Se la celiachia ha fatto ingresso nella vostra vita, o in quella dei vostri figli, il nostro Sistema Nazionale Sanitario prevede degli aiuti di vario genere:
- esenzione dal ticket, per tutti i controlli che riguardano in modo specifico la patologia;
- richiesta di cibi privi di glutine, nelle mense scolastiche o nei luoghi di lavoro;
- erogazione gratuita di alimenti privi di glutine (a seconda dell’età, del sesso e della residenza dell’assistito) per un tetto massimo di spesa così come di seguito indicato:
Età | Tetto massimo di spesa (donne) | Tetto massimo di spesa (uomini) |
6 mesi-1 anno | Euro 45 | Euro 45 |
Fino a 3-5 anni | Euro 62 | Euro 62 |
Fino a 10 anni | Euro 94 | Euro 94 |
Età adulta | Euro 99 | Euro 140 |
Per accedere alle agevolazioni di cui sopra, occorrono:
- certificazione della diagnosi rilasciata da un ente competente e autorizzato;
- autorizzazione rilasciata dall’Azienda Sanitaria locale a beneficiare dei cibi privi di glutine.
Si è parlato tanto della classificazione della malattia, che resta ancora inclusa tra quelle rare e non croniche e di conseguenza ci si chiede fino a dove possono arrivare gli aiuti: una pensione di invalidità è possibile? Al momento no, perché nella grande maggioranza dei casi la malattia non è invalidante. Fanno eccezione alcune situazioni in cui la dieta prevista non è risolutiva dei disturbi (che rimangano invariati, come se si continuasse a mangiare il glutine), infatti per questi può essere riconosciuto un indennizzo.
Molti enti, come l’INPS, si stanno interessando al fenomeno, sempre più presente tra la popolazione e tra i lavoratori, dunque il dibattito è ancora accesso e potrebbe portare a dei cambiamenti nel breve periodo.
Info: Ministero della Salute