Aggiornamento al 26/10/2017
Con il messaggio n. 4170 del 24 ottobre 2017, l’Inps riconosce i contributi esteri utili a maturare il diritto all’Ape sociale.
Con l’Ape Sociale, l’indennità prevista dalla legge di Stabilità, determinate categorie di lavoratori potranno andare in pensione a 63 anni.
Qualche tempo fa, in un nostro articolo, vi avevamo anticipato le novità sulle pensioni contenute nella Legge di Stabilità 2017; ci siamo soffermati a parlarvi anche di Ape Sociale, l’indennità – completamente a carico dello Stato – prevista per particolari categorie di soggetti.
Torniamo a parlarvene: in questi giorni, infatti, è tornato vivo il dibattito sui temi previdenziali tra Sindacati e Governo. Per quanto riguarda l’Ape Sociale la discussione si è concentrata sui decreti attuativi che ancora non sono stati emessi e che sono fondamentali per regolare le modalità di applicazione del beneficio.
Tra i soggetti che si sono espressi in merito vi sono i sindacati. Il leader del sindacato Uil Carmelo Barbagallo ha parlato proprio dei decreti attuativi affermando che “dovevano essere pronti entro la fine di febbraio. Bisogna sbrigarsi per far partire l’Ape Sociale dal primo maggio e, perciò, occorre superare i ritardi sui decreti attuativi”.
La Cgil, invece, è intervenuta per denunciare il criterio di scelta delle categorie che potranno ottenere l’indennità; secondo il sindacato, infatti, il criterio taglia fuori quasi tutti gli edili e i marittimi.
L’Ape Social è uno degli interventi di maggiore interesse per i sindacati: essendo un beneficio pagato interamente dallo Stato rappresenta, di fatto, un ammortizzatore sociale. L’Ape è stata pensata per i lavoratori che abbiano maturato tra i 30 e i 36 anni di contributi; questi potranno andare in pensione in anticipo rispetto a quanto previsto dalla Legge Fornero: potranno ritirarsi a 63 anni anticipando la pensione di 3 anni e 7 mesi.
A chi spetta l’Ape Sociale?
L’Ape Sociale è rivolta a tipologie ben precise di lavoratori:
- disoccupati per licenziamento o dimissioni per giusta causa che non ricevono più il sussidio di disoccupazione da almeno tre mesi;
- lavoratori che assistono coniuge o parenti di primo grado conviventi con handicap grave da almeno 6 mesi al momento della richiesta;
- invalidi civili almeno al 74%;
- addetti a lavori usuranti o mansioni gravose da almeno 6 anni.
Tra gli addetti ai lavori usuranti e mansioni gravose, sono state identificate le categorie per cui è riconosciuta l’Ape Sociale:
- operai dell’industria estrattiva, edilizia e manutenzione edifici;
- conduttori di gru e macchinari di perforazione delle costruzioni;
- conciatori di pelli e pellicce;
- conduttori di treni, mezzi pesanti e camion;
- personale infermieristico e ostetriche con lavoro su turni;
- addetti all’assistenza di persone non autosufficienti;
- insegnanti di scuola d’infanzia e asilo;
- facchini e addetti allo spostamento merci e assimilati;
- personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
- operatori ecologici e raccoglitori e separatori di rifiuti.
Al lavoratore spetterà un’indennità pari alla pensione maturata, per un massimo di 1.500 euro, fino alla pensione di vecchiaia, dopodiché perderà il beneficio.
Per poter accedere all’Ape Sociale bisognerà presentare la richiesta all’ INPS in determinati periodi, le cosiddette “finestre”. Per il 2017 la finestra per fare domanda è dal 1 maggio al 30 giugno mentre nel 2018 i mesi previsti sono tre, dal 1 gennaio al 31 marzo.
La data del 1 maggio al momento sembra essere indicativa visto che i decreti attuativi ancora non sono pronti; il timore dei sindacati, infatti, è che la data possa slittare considerando che, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, dovranno arrivare le indicazioni di Inps e Ministero del Lavoro.
Essere negativi però non è d’aiuto, quindi, non ci resta che attendere speranzosi ulteriori novità e la pubblicazione dei decreti attuativi. Noi di Magevola nel frattempo vi terremo aggiornati.
Fonte: INPS