Nell’ambito delle agevolazioni previste per il settore delle Piccole e Medie Imprese (PMI) innovative*, ci sono ottime novità grazie al decreto Investment Compact 2015, un pacchetto di misure in vigore già dal 21 gennaio 2015, e che comprende una serie di norme indirizzate al credito, agli investimenti, ai conti correnti e alla riforma delle banche popolari.
Il decreto, fortemente voluto dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, dal Ministro dell’Economia e Finanze Padoan e dal Ministro dello Sviluppo Economico Guidi, si pone a favore delle imprese in difficoltà economica e di liquidità. Ma è anche una riforma delle banche popolari per renderle più adeguate a quelle europee, un aiuto concreto alle giovani e piccole imprese innovative e alla diffusione dei marchi e dei brevetti con il patent box.
Per quanto riguarda, nello specifico, le PMI innovative, grazie a questa occasione, nei tre periodi d’imposta successivi al quello in corso del 31 dicembre 2015, è prevista la possibilità di fruire di alcuni benefici fiscali sotto forma di detrazioni d’imposta o deduzione dal reddito. Tuttavia, si attende ancora la pubblicazione di un decreto ministeriale che lo confermi.
Quali sono le agevolazioni nello specifico?
Le agevolazioni sono dedicate alle imprese con meno di 250 dipendenti e meno di 50 milioni di euro di fatturato. Le principali agevolazioni sono elencate di seguito:
1) incentivi agli investimenti per 7 anni: la persona fisica che investe in Pmi innovativa potrà beneficiare di una detrazione Irpef del 19% fino a un massimo di 95mila euro all’anno; se persona giuridica deduzione dall’Ires del 20%, per un massimo di 99mila euro l’anno;
2) accesso all’equity crowdfunding: possibilità di raccogliere capitale sociale attraverso piattaforme online;
3) accesso semplificato al Fondo Garanzia Pmi: garanzia gratuita e concessa secondo modalità semplificate sull’80% del prestito concesso dalla banca;
4) possibilità di remunerare con piani di incentivazione in equity con contemporaneo esonero da imposizione sul reddito.
I requisiti
I criteri richiesti alle PMI innovative sono di non essere quotate in Borsa, avere l’ultimo bilancio certificato e possedere almeno due dei seguenti requisiti:
spese in ricerca e sviluppo pari ad almeno il 3% del maggior valore tra fatturato e costo della produzione, escludendo le spese per immobili (si possono comprendere le spese lo sviluppo precompetitivo e competitivo, quelle relative ai servizi di incubatori certificati, i costi del personale interno e dei consulenti esterni, le spese legali per la registrazione della proprietà intellettuale);
impiego di personale altamente qualificato in misura almeno pari a un quinto della forza lavoro complessiva;
essere detentrici, licenziatarie o depositarie di un brevetto o un software registrato in campo industriale o biotecnologico.
Un’occasione che permette di credere fortemente nell’innovazione, che siano PMI innovative o Start up, un motore che accende le grandi macchine del lavoro, investendo anche sui “piloti”: i lavoratori.
* Definizione PMI innovative: sono società di capitali, anche costituite in forma di cooperativa residenti in Italia o in altro Paese membro dell’Unione Europea o in Stati aderenti. Sono definite così dalla raccomandazione 2003/361/CE e hanno la peculiarità di occupare meno di 250 persone; avere un fatturato annuo che non supera i 50 milioni di euro o un totale di bilancio annuo che non supera i 43 milioni di euro.
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