La fattura elettronica che avete trasmesso non è stata accettata, con conseguente emissione della ricevuta di scarto del file. In questo caso, niente panico! Esistono dei semplici rimedi che consentono di correggere gli errori commessi evitando sanzioni.
Errare humanum est, è un detto popolarissimo già ai tempi dell’antica Roma; gli errori sono infatti una parte ineludibile della natura umana. Ma se evitare di sbagliare non sempre è possibile, rimediare all’errore alle volte si può. È questo il caso della fattura elettronica erroneamente compilata. Elencati gli errori più comuni, ecco come correre ai ripari per evitare le sanzioni da omessa/tardiva fatturazione.
Indice
Fattura elettronica errata: come rimediare?
Per comprendere l’importanza e la diffusione della fattura elettronica, basti solamente ricordare che ad oggi essa costituisce l’unica modalità di emissione della fattura accettata dalla Pubblica Amministrazione.
L’emissione di una fattura elettronica errata può essere ricondotta a vari motivi, tra i quali:
- errori sugli elementi identificativi del destinatario e della fattura;
- errore nella descrizione del tipo di operazione;
- incongruenza tra aliquota e calcolo dell’imposta.
Con lo sdoganamento della fatturazione elettronica alcuni di questi errori possono essere scoperti dal cd. Sistema di Interscambio (SdI), che ha il compito di ricevere e controllare la corretta compilazione del file. Se il Sistema di Interscambio rileva un errore, genererà una ricevuta di scarto per cui la fattura viene ritrasmessa al soggetto emittente per permettergli di correggerla e inviarla nuovamente con i giusti dati. Per una più facile identificazione dell’errore commesso, il Sistema di Interscambio fornirà il codice dell’errore individuato in fattura. Ebbene, l’emittente a questo punto dispone di un termine di 5 giorni per procedere ad una nuova trasmissione senza che la fattura possa considerarsi tardiva. Se entro tale termine, viene inviata una fattura esente da errori, nessuna sanzione amministrativa sarà applicata.
Gli errori non rilevabili dal Sistema di Interscambio, invece, potrebbero essere scoperti in un secondo momento dal cliente o dall’emittente. In quest’ultimo caso, l’unico modo per correggere la fattura è quello di emettere, sempre in formato elettronico, una nota di credito che vada ad annullare eventuali inesattezze.
Correzione della fattura elettronica errata: occhio a questi dati
Correggendo una fattura che non ha superato i controlli formali del Sistema di Interscambio, occorre tener presente che alcuni dati della fattura originaria (ovverosia quella errata) non sono modificabili.
Si tratta, in particolare, della data di emissione e del numero progressivo. Questo principio, però, vale solo in linea di massima, perché in alcuni casi non è possibile emettere un nuovo documento con medesima data e numero progressivo. Talora, infatti, per liquidare correttamente l’imposta in base alla operazione effettivamente realizzata, si rende necessaria una modifica di tali dati. In questa ipotesi, la circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 13/E del 2 luglio 2018 impone di procedere in uno dei seguenti modi alternativi:
- emettere una fattura con nuova data e numero, purché risulti il collegamento con la precedente fattura annullata dal Sistema di Interscambio al fine di rendere evidente la tempestività della fattura emessa rispetto alla operazione che intende documentare;
- emettere una fattura come previsto dal punto 1), ma ricorrendo ad una specifica numerazione che, nel rispetto della sua progressività, renda chiaro che si tratta di un documento volto a rettificare la precedente fattura scartata dal Sistema di Interscambio. Si pensi, ad esempio, a numerazioni come “1R” O “1S”. Così, ad esempio, se abbiamo le fatture n. 1 del 2/01/2019 e n. 50 del 1/03/2019, scartate dal Sistema di Interscambio, potranno essere emesse le fatture rettificative n. 1/R del 10/01/2019 e n. 50/R dell’08/03/2019.
Fatta pace con la nostra fallibilità umana, il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate ci suggerisce delle soluzioni concrete per rimediare all’errore e non incorrere, cosa ancora più importante, in sanzioni amministrative. Tuttavia, considerata la complessità e tecnicità della materia fiscale, è sempre buona norma rivolgerci ad uno specialista del settore onde ricevere chiarimenti più mirati.