Via allo smaltimento dell’amianto in Sicilia

C’è un killer silenzioso, che non si aggira tra di noi, ma sta fermo lì, in agguato dove è stato posato per mano nostra, anni e anni fa. Quando si credeva che fosse nostro amico, l’amianto, anche noto come asbesto, veniva utilizzato praticamente per tutto: dalla coibentazione di tetti, edifici, treni e navi, alla realizzazione delle tute dei vigili del fuoco, nell’industria automobilistica per la produzione di vernici, e parti meccaniche, quali ad esempio le pastiglie dei freni, ed ancora veniva utilizzato anche per la fabbricazione di corde, plastica e cartoni. Ma non finisce qui, in edilizia venne anche usato sotto forma di eternit (un composto fibro-cementizio) per fabbricare tegole, canne fumarie, tubazioni, pavimenti, e anche vasche di raccolta per acqua ad uso civile, sicuramente ancora presenti in molte delle nostre abitazioni, a causa degli elevati costi per lo smaltimento.

Se pur già nel 1930, alcuni studi condotti nel Regno unito hanno dimostrato la correlazione diretta tra l’utilizzo dell’amianto e l’insorgere di tumori, e nel 1943 la Germania ha riconosciuto il cancro ai polmoni come conseguenza diretta dell’inalazione di amianto, provvedendo al risarcimento dei lavoratori, solo nel 1992 l’Italia ne ha vietato la produzione e la lavorazione, demandando la competenza per lo smaltimento alle regioni.

A distanza di 22 anni la Regione Siciliana si adegua alla normativa nazionale approvando una legge, definita all’avanguardia per gli standard europei, ma che ancora attende piena applicazione.

Ma vediamo meglio quali sono i punti fondamentali di questa normativa siciliana:

  • mappatura delle zone a rischio;
  • la creazione di centri di stoccaggio nei Comuni;
  • la creazione di una centrale regionale per la bonifica e il riutilizzo;
  • l’istituzione di una struttura ospedaliera per la cura dei soggetti contaminati e per la prevenzione.

Il tutto con una sovvenzione di 18 milioni di Euro, messi a disposizione della Regione, tramite il fondo europeo per lo sviluppo regionale e quello sanitario locale.

L’obiettivo è quello di completare la mappatura dell’amianto presente in Sicilia entro 2 anni, per smaltirlo entro il terzo anno, ma ad oggi non è ancora stato fatto un monitoraggio, né si ha notizia dei centri di stoccaggio e smaltimento.

 

Fonte: ARS – Legge regionale n°10 del 29/04/2014