Ti sei mai chiesto se il prezzo dei sacchetti di lusso sia davvero giustificato, o se stai solo pagando (carissimo) l’etichetta? Tieni forte la borsa: la verità che emerge dai coltelli e dalle forbici di Tanner Leatherstein ti sorprenderà. E forse, dopo, guarderai le tue shopper preferite con uno sguardo un po’ più critico… e magari un sorriso amaro.
Il mistero del prezzo (e della pelle)
- Bottega Veneta, Chanel, Gucci, Prada…
- Video virali, un esperto che seziona borse come fossero torte.
- Quasi 300.000 follower su Instagram.
Tanner Leatherstein, tanneur americano, fondatore di Pegai e McTroy, ha fatto della de-costruzione delle borse di lusso la sua passione – e la sua missione didattica. Armato di forbici (tranquilli, usa solo su prodotti costosi, nessuna borsa innocente è stata ferita senza motivo), lui smonta modelli iconici davanti alla telecamera, tra spiegazioni tecniche e quel tocco ASMR che fa rilassare anche chi si mangia le unghie pensando al prezzo pagato.
Il suo interrogativo di partenza è universale: davvero il costo di un sacchetto di lusso riflette la qualità dei materiali e la maestria artigianale — o piuttosto la fama del marchio?
Dentro le borse (senza filtri, né paillette)
La community di Tanner è attivissima, tra clienti increduli e follower che chiedono recensioni dedicate alle loro marche preferite: Saint Laurent, Céline, Jacquemus, Longchamp, Hermès… Di tutto, di più. E, attenzione: secondo l’esperto, la tanto decantata qualità non è scontata. Soprattutto quando si tratta di selezione delle pelli, alcune maison deludono le aspettative.
- Chanel – il “Long Portefeuille Zippé Classique” (1210 euro): Pelle “caviar” di grande costruzione e dettaglio, ma la finitura pesante lascia il cuoio meno apprezzabile. Leatherstein osserva: “Quasi sembra plastica”. Indubbiamente, è un ottimo investimento per chi vuole un prodotto dall’estetica perfetta e desidera speculare sul valore futuro, visto che quello dei portafogli Chanel cresce ogni anno. Però, attenzione: la patina del tempo qui potrebbe essere meno gentile…
- Bottega Veneta – Mini Arco Tote (2200 euro): 100% agnello, fodera in daim, intreccio complicato pure da smontare. Qui Leatherstein si è dichiarato entusiasta: materiali e design di prim’ordine. Dovresti dare una chance a questa maison se vuoi una borsa-talismano dal DNA davvero pregiato.
- Gucci – Dionysus Mini: Pelle eccellente e ottima costruzione, resistente all’acqua e ai graffi. Tuttavia, esistono borse dalle caratteristiche simili, realizzate con pelli meno pregiate, proposte a prezzi ben inferiori. In sintesi: la qualità c’è, ma il prezzo? Difficile dire che valga sempre il salto.
- Prada – Saffiano: Il tocco della pelle? “Sembra plastica…”. Il cuoio Saffiano regala resistenza all’acqua e ai graffi e invecchierà bene, ma chi ama la naturalezza del cuoio rimarrà un po’ freddo. Paghi il brand, più che il materiale.
- Polène – Numéro Un (360 euro): La chicca parigina dall’aria più “accessibile”, in vitello a grana piena lavorato finemente e dettagli curatissimi (persino la barra di metallo nella maniglia). Prodotto in Spagna, per circa dieci assemblaggi di pelle diversi. Leatherstein promuove sia qualità che prezzo come rara sintesi tra lusso e ragionevolezza.
Cosa si paga davvero nel lusso?
L’industria del lusso, ci ricorda Leatherstein, si fonda sulla rarità: che sia per la qualità intrinseca, per la storia, o per la potenza del logo. Ma prezzi esorbitanti e qualità dei materiali non viaggiano sempre a braccetto. Spesso, paghiamo l’emozione dell’acquisto, il “mito” del brand, e la sensazione di avere la perfezione fra le mani.
Sui social, il dibattito è acceso. C’è chi difende i marchi (“Si paga per l’etichetta, ovvio!”), chi vuole vedere criticate e sezionate le proprie borse del cuore… e chi prende appunti, pronto a investire meglio.
I consigli pratici dell’esperto
Oltre alle recensioni spietate (ma ironiche), Leatherstein dispensa consigli d’oro (anzi, di cuoio!):
- Per eliminare una macchia di penna su una borsa: vaporizza una lacca, attendi 30 secondi, poi passa un panno in microfibra umido e infine tratta con una crema per pelle. Poco glamour, tanto efficace.
- Scegliere una borsa di qualità? Punta su trattamenti minimi e grana naturale visibile: se il cuoio ha variazioni nel grano, è un buon segno di autenticità e valore.
In conclusione: la morale (autoironica) della favola è semplice: quando ti innamori di una borsa griffata, guardala, toccala… ma – prima di tirare fuori la carta di credito – chiediti se paghi per la pelle o solo per la favola del lusso. E se proprio vuoi dormire sonni tranquilli (e su un cuscino di pelle “vera”), le analisi taglienti di Tanner Leatherstein possono aiutare l’investitore e lo shopaholic che è in te!
Articoli simili
- Kate Moss: la sua stravagante collezione di escrementi canini in una borsa Hermès da 40mila euro
- Quanti soldi servono davvero per una pensione serena? Le cifre che nessuno ti dice fanno riflettere
- “Non ci credo, ho trovato una borsa Gucci originale a 58 euro in un negozio solidale: ecco cosa donano davvero i ricchi!”
- Scoperto il vero “stipendio della felicità”: il dato che sorprende e divide secondo la scienza

Lisa Chichi vi porta in un mondo di scoperte curiose e storie sorprendenti. Ogni giorno condivide fatti insoliti e curiosità culturali che stimolano la vostra mente e arricchiscono le vostre conversazioni.