Stipendi in Italia: Donne guadagnano fino al 30% in meno, la denuncia dell’INPS

Il tema della disparità salariale continua a essere un argomento di grande rilevanza, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Nonostante i progressi nel campo della parità di genere, i dati evidenziano un persistente svantaggio per le donne sul posto di lavoro. Con un divario retributivo che, in media, si attesta intorno al 20% a livello globale, e che in Italia sembra addirittura aumentare, è fondamentale approfondire le cause e le conseguenze di questa situazione.

Le statistiche fornite dall’INPS rivelano una realtà preoccupante: le donne, a parità di incarico, ricevono stipendi inferiori rispetto ai loro colleghi maschi. Questo non solo contrasta con gli obiettivi fissati dall’International Equal Pay Day, ma solleva interrogativi sulla vera efficacia delle politiche di uguaglianza sul lavoro.

Il divario salariale in numeri

Secondo il Rendiconto di genere dell’INPS, pubblicato a febbraio 2025, la differenza salariale tra uomini e donne è ben evidente in vari settori:

  • Settore manifatturiero: 20%
  • Commercio: 23,7%
  • Servizi di alloggio e ristorazione: 16,3%
  • Attività finanziarie e assicurative: 32,1%

    Questi dati mostrano come il gap retributivo sia una questione critica che si manifesta in maniera differente a seconda del contesto lavorativo.

    La situazione ai vertici aziendali

    Il panorama non migliora nei ruoli dirigenziali: solo il 21,1% dei dirigenti è donna, e tra i quadri, la percentuale femminile è ancora ferma al 32,4%. Questa scarsità di rappresentanza femminile ai vertici non solo limita le opportunità per le donne, ma contribuisce a mantenere inalterati i pregiudizi di genere nel mondo del lavoro.

    Occupazione e contratto di lavoro

    Nel 2023, il tasso di occupazione femminile si è attestato al 52,5%, rispetto al 70,4% degli uomini. Le assunzioni femminili rappresentano solo il 42,3% del totale, e tra queste, solo il 18% sono a tempo indeterminato, contro il 22,6% degli uomini. Un altro dato significativo è che il 64,4% delle lavoratrici ha un contratto a tempo parziale, il che evidenzia ulteriormente la precarietà della loro situazione lavorativa.

    Le pensioni: un altro aspetto della disparità

    Ma il gap retributivo non si ferma agli stipendi. Anche nel campo delle pensioni, le donne, pur essendo in numero maggiore tra i beneficiari, ricevono somme inferiori rispetto agli uomini. Questa disparità contribuisce a perpetuare un ciclo di svantaggio economico che può durare tutta la vita.

    È evidente che la questione della disparità di genere nei salari è complessa e sfaccettata, richiedendo un’analisi approfondita e misure concrete per affrontare le radici di questo problema. A fronte di dati così allarmanti, la strada verso una reale parità salariale sembra ancora lunga, ma le discussioni e le iniziative per promuovere il cambiamento sono più vitali che mai.

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