Ecco cosa attira subito lo sguardo di un selezionatore sul tuo CV

Trenta, quaranta, quarantacinque secondi. Questo è tutto il tempo che ha il tuo CV per conquistare un selezionatore e fare la differenza tra “passo” e “andiamo avanti”. No, non è un incubo ricorrente: è la realtà raccontata da Romain Zacaï, recruiter di Page Personnel. Ecco cosa cattura subito lo sguardo di chi, per mestiere, trova lavoro agli altri!

L’estetica: il biglietto da visita (ma senza fronzoli inutili)

Primo sguardo, primo giudizio. Letteralmente: secondo Zacaï, l’occhio del selezionatore viene subito attratto dall’aspetto generale del CV. Ma attenzione: non stiamo parlando di competizioni di design! Un curriculum “carino” può essere un vantaggio, ma solo per certi mestieri. Se sei un contabile, nessuno pretende che tu sia Picasso; per chi fa marketing invece, una grafica curata è quasi d’obbligo, visto che l’impaginazione è parte integrante del mestiere. Una tocco di originalità può aiutare a distinguersi dalla massa di CV ben presentati, che sono ormai la norma. Insomma: la forma conta, ma nella giusta misura e solo dove serve davvero.

Il contenuto: esperienza, obiettivi e… sintesi!

Superata la soglia visiva, il selezionatore passa al sodo: le ultime esperienze professionali. L’obiettivo è semplice: scremare le candidature in base alle competenze. Oltre al titolo della posizione, vengono analizzati anche:

  • nome dell’azienda
  • le mansioni svolte
  • la durata del rapporto di lavoro

Tutto deve essere leggibile, ordinato e facile da navigare: il selezionatore non ha tempo (né voglia) di decodificare enigmi stilistici. Per alcune figure professionali, come i commerciali, Zacaï suggerisce di mettere in risalto obiettivi raggiunti e risultati chiave: fondamentale nei mestieri dove si punta al fatturato. Se poi il tuo percorso recente non è proprio allineato con la posizione desiderata, non farti prendere dal panico: aggiungi in cima al CV un breve riassunto di 2-3 righe per presentarti, ricordare il tuo percorso e soft skills.

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Formazione: essenziale, ma senza romanzi

Chi l’ha detto che la sezione studi si può saltare? Nessuno! Anzi, anche qui lo sguardo corre veloce, ma passa comunque. In quei 30-45 secondi, Zacaï assicura che c’è abbastanza tempo per un’occhiata alle formazioni, purché siano sintetiche. Quello che interessa è:

  • dove ti sei fermato negli studi
  • quale diploma hai ottenuto

I tempi cambiano: dieci anni fa gli imprenditori erano molto rigorosi sul percorso accademico; oggi, invece, vengono valorizzate di più le soft skills (tranquilli, il saper essere non si trova sui diplomi!).

Impaginazione, formato e altri dettagli che fanno la differenza

La presentazione resta la regina: Zacaï consiglia un CV di una pagina, organizzato in “blocchi classici”:

  • esperienza professionale
  • formazione
  • competenze e/o interessi e contatti

Segui l’ordine anti-cronologico. Troppa confusione? Evita. Meglio spazi ben definiti, tutto facile da leggere e scorrere. Qualche parola o frase in grassetto guida l’occhio del lettore (ma occhio a non esagerare, l’omogeneità è sacra). Errori grammaticali? Da evitare come la peste: rischi di essere scartato in un attimo. Inoltre, il formato PDF è da preferire a Word o, peggio ancora, a Paint—così l’azienda potrà aprirlo senza strani effetti tipografici!

Per concludere: il CV perfetto non è una chimera, ma un equilibrio (possibilmente senza stress!) tra presentazione ordinata, contenuto valorizzato e qualche dritta pratica. E se devi puntare tutto su qualcosa, punta sulla chiarezza: la vera calamita per l’occhio del selezionatore. Pronti… partenza… via, che i trenta secondi stanno già scadendo!

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