Avete l’impressione che tutto il mondo si sia improvvisamente trasformato in un gigantesco fan club di Taylor Swift? Non siete soli: non tutti però la adorano, e tra le fila degli scettici si nascondono nomi insospettabili (e vere ragioni ben più profonde del solito snobismo musicale).
Perché Taylor Swift divide così tanto?
Negli ultimi giorni, con l’arrivo di Taylor a Parigi per The Eras Tour, il web è stato inondato da articoli sulla cantante. Dietro l’inevitabile corsa al click e l’analisi (più o meno scientifica) del fenomeno, la domanda resta: perché Taylor Swift suscita così tante reazioni contrastanti?
Piccolo spoiler: non sono i numeri (per quanto impressionanti), ma le sue parole a fare la differenza. Jeremy, direttore di Télé 7 jours, e Victoria (@youcanheartit), concordano: “Shake it off” (uno dei suoi pezzi più famosi) è super sopravvalutata. Non si nasce fan di Taylor Swift, ci si diventa. Come diventare adulti o guarire: serve tempo e un bel po’ di esperienza. Ma per chi non prende nemmeno il tempo di ascoltarla davvero, Taylor rimarrà l’oggetto non identificato della musica internazionale.
L’esperienza personale dietro l’opinione
Io stessa non parlo certo a nome di tutti gli swifties del pianeta. Ricordo che la mia prima “incontro” con Taytay fu ascoltando da lontano Love Story nel 2008, il classico per chi amava le commedie romantiche. Ma il vero approccio è arrivato molto più tardi. Nel 2013, con una situazione sentimentale in stile sofferenza adolescenziale (grazie a un fidanzato instabile), ho iniziato a cercare su Youtube parole che esprimessero il mio caos interiore. Così ho riscoperto la clip di I knew you were trouble: era esattamente quello che stavo vivendo. Mi ha fatto sentire meno sola semplicemente perché – se qualcuno ci ha scritto una canzone – non siamo certo poche a provare le stesse emozioni.
L’album Red ha confermato il talento di Taylor nel trovare sempre le parole giuste per ogni situazione di vita, unendo pop e country senza essere scontata. E la vera ‘folgorazione’? 2014, mio arrivo a Parigi (e rottura definitiva col suddetto problematico). Il primo album ascoltato davvero dall’inizio alla fine: 1989. Da allora nessun ritorno indietro, anche se, ironicamente, ricordo di aver snobbato proprio Shake it off.
- “Blank Space” resta la vera svolta: ironia, forza, autoironia a palate.
- “Bad Blood”: il video epico con amiche famose a caso – Selena Gomez, Gigi Hadid, Karlie Kloss eccetera – con oltre 1,6 miliardi di visualizzazioni.
- I pezzi meno noti, tipo “All you had to do was stay” o “New Romantics”, sono quelli che ti fanno saltare sul letto come la migliore drama queen.
Antipatie illustri e la forza della resilienza
Sul fronte mediatico, gli haters non sono mancati. Il famoso “Kim&Kanye Gate” ha trasformato Taylor nella regina delle critiche: dopo gli insulti subiti da Kanye West e le successive polemiche con Kim Kardashian, la Swift è sparita per più di un anno. Ma proprio qui nasce la Taylor che Forbes nel 2023 ha inserito tra le donne più potenti del mondo.
Invece di affondare, si è rialzata con Reputation – un album-manifesto in cui gioca con l’immagine della cattiva ragazza e fa pace con la sua ombra.
Chi la riteneva “noiosa” o “poco carismatica” (saluti a Caroline R e tutto il club degli scettici) non ha mai davvero ascoltato la profondità dei suoi testi. Eppure c’è chi – anche lontano dalla setta Swiftie – riconosce che “Taylor riesce a dare un senso a sentimenti difficili da esprimere”.
La parabola continua: “Lover” svela l’attivismo LGBTQIA+ e femminista, le epopee folk di “Folklore” ed “Evermore” ampliano il suo spettro emotivo, mentre “Midnight” (2022) e il recentissimo The Tortured Poet Department (2024) sono la consacrazione definitiva, tanto da proiettarla come futura artista femminile più venduta di sempre, superando perfino Madonna. Ma lasciamo stare i numeri!
Il segreto? Essere una di noi. Celebrità e umanità
- Qualcuno dice che Taylor ha una voce normalissima. Forse è vero. Ed è proprio qui la chiave: nonostante la sua ascesa planetaria in 18 anni di carriera, resta “Madame tutto il mondo”.
Sa raccontare emozioni che tutti, prima o poi, abbiamo vissuto. Sa rendersi vicina: forte ma accessibile. Origina una sorta di relazione, che cresce nel tempo, e fa sentire chiunque parte del suo viaggio. - Quando serve un po’ di sostegno, si ascolta una sua canzone.
- La sua carriera dimostra che con le parole si può creare un seguito fedele e duraturo.
Morale della favola? Ascoltare Taylor Swift vuol dire non essere mai davvero soli. Ma bisogna prendersi il tempo di ascoltare, lasciarsi coinvolgere. Perché – parafrasando la stessa Taylor – forse non possiamo controllare il nostro destino, ma possiamo sempre controllare cosa condividiamo, anche fosse solo un brano da urlare a squarciagola in camera.
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