Quando bellezza e intelligenza s’incontrano… scatta la scintilla, e pure qualche bicchiere di troppo! Lo sa bene Francesco Renga, che in una confessione al Corriere della Sera ha riacceso i riflettori su una delle storie d’amore più chiacchierate dello spettacolo italiano: quella con Ambra Angiolini. Un colpo di fulmine, tanti momenti indimenticabili e, anche dopo la fine, un legame che nemmeno gli sceneggiatori più romantici avrebbero saputo scrivere.
Un incontro che ha cambiato tutto
Tutto iniziò nel 2001, in quello che sembra il copione perfetto per una commedia romantica. Lei, Ambra, conduceva il programma radiofonico “Ambra & gli Imbranati”; lui, Francesco Renga, reduce dall’esordio a Sanremo con “Raccontami”, passa dal programma per un’intervista. Renga, con la sincerità di chi non ha paura di ammetterlo, racconta: «Eravamo due ragazzini, ma lei era già un’icona. Quando mi dissero: ti intervista Ambra di Non è la Rai, io che non avevo visto nemmeno una puntata del programma pensai: e chi è?».
Fu proprio durante quell’incontro che scattò qualcosa di imprevedibile. «Ho incontrato una ragazza brillantissima. È stato devastante: la bellezza e l’intelligenza insieme sono una bomba». E come non cedere davanti a una miscela così pericolosa?
La romanicità (e le cene di famiglia)
Oltre alle doti lampanti di Ambra, Francesco rimase colpito dalla sua “romanicità”, ben diversa dall’austerità bresciana di lui: «A me, da bresciano, fa impazzire», confessa. Il primo impatto vero e proprio arrivò quando Renga andò a conoscere i genitori di Ambra a Cerveteri. E lì, la scena sfiora il surreale: il papà di Ambra gli apre la porta a torso nudo, crocifisso al collo, e un «A’ bello» sussurrato appena udibile. Renga ammette di aver passato tutta la cena sforzandosi di capire cosa il futuro suocero dicesse, tra una generosa colata di vino e qualche parola sfuggita. La serata culmina con Ambra che, a fine cena, si arrabbia con Francesco: «L’hai fatto ubriacare!». Ma lui si difende, stupito: “Io?”.
La parabola di un amore folle e maturo
La relazione vera e propria iniziò nel 2003. Per anni, Ambra e Francesco sono stati una delle coppie più amate dello spettacolo italiano, ammirati da pubblico e colleghi per complicità e affetto. Poi, nel 2015, a sorpresa, la separazione: «Io e Francesco Renga ci allontaniamo per salvare l’amore», spiegava all’epoca Ambra. Niente drammi da soap: «Non volevamo che tutto morisse senza che nemmeno ce ne accorgessimo, a forza di fingere che non stesse succedendo niente. Questa rottura è il più grande gesto d’amore che ci siamo regalati».
Nel maggio 2024, l’attrice torna a parlare del padre dei suoi figli e dice parole che fanno sciogliere anche le pietre: «Non credo di aver provato mai più un amore così grande, altrimenti non sarebbero nati Jolanda e Leonardo. E in nome di quell’amore continuo a pensare che devo rispettare quello che ci eravamo promessi quando sono nati i nostri figli».
Un legame indissolubile, tra musica, figli ed ex
Nonostante la fine della storia e le nuove vite – Renga è da nove anni al fianco della ristoratrice Diana Poloni, mentre Ambra, dopo le relazioni con Massimiliano Allegri e Andrea Bosca, è single da tempo – il loro “amore folle” resta incancellabile. Ancora oggi, molti fan tifano segretamente per un ritorno di fiamma. Ma una cosa è sicura: il legame tra Ambra e Francesco va ben oltre il sentimento di coppia, e ha il volto dei loro due figli.
Renga, sempre al Corriere, racconta con orgoglio di Jolanda e Leonardo:
- Jolanda vive con la mamma a Milano, studia comunicazione e ci si vede nei weekend. Intonatissima, non solo è brava ma anche espressiva. «L’ho mandata a studiare canto e pianoforte, deciderà lei cosa vuole fare, è anche bravissima a scrivere». E in studio, con papà, non fa sconti: «È cattivissima… viene in studio, vuole capire, conoscere i musicisti e si arrabbia quando non seguo le sue dritte».
- Leonardo, invece, vive a Brescia con papà. Più introverso, “più orso”, come si definisce lo stesso Renga. E tra una battuta e l’altra, il cantante scherza: per diventare grandi, serve anche il cattivo esempio. «Quando organizzo le cene a casa mi concedo qualche bicchiere di vino perché non devo guidare. Mio figlio ha 18 anni, va alle feste con gli amici e poi riporta tutti a casa. Gli ho chiesto: ‘Ma una birretta non te la bevi mai?’. ‘Papà non starai mica scherzando? Non voglio diventare come te’».
Morale della favola? Quando la bellezza e l’intelligenza si alleano, nascono storie indimenticabili. Anche l’amore può prendere forme diverse nel tempo, ma certi legami, quelli “folli”, superano la rabbia, le delusioni e la distanza. E fanno sempre sorridere… magari con un bicchiere (o due) in più.
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