Le 5 trappole del francese che sbagliamo tutti: ci sei cascato anche tu?

Le parole sono come quei cioccolatini al liquore che qualcuno ti porge a Natale: appaiono innocue, ma tra un morso e l’altro, ti possono sorprendere – dolcemente… o lasciando l’amaro in bocca! Il francese, la mitica lingua di Molière, è piena di queste piccole trappole quotidiane che cogliamo spesso in fallo senza accorgercene. E chi non ha mai sbagliato? Pronto a scoprire le 5 trappole del francese in cui caschiamo tutti?

Quelle trappole che aspettano solo te

Se credi che il francese sia una lingua docile, preparati a ricrederti. Come ci ricorda Lisa Chichi, la lingua non sta mai ferma: è viva, ribelle, sempre pronta a stupirci. Molte delle sue insidie vivono in quelle piccole curve lessicali dove può scivolare chiunque. Facciamo allora una carrellata delle cinque sviste che, magari, ci sono già capitate (confessa, anche solo dentro di te):

  • Confusione tra avverbi in -ement e -ément

L’errore è così comune che ormai quasi si chiude un occhio… o almeno uno solo! Ad esempio, parole come délibérément o décidément, formate sul participio passato in , fanno venire voglia di appiccicare l’accento anche ad altri avverbi. Così trovano spazio varianti maldestre come commodément, énormément, intensément al posto dei più fedeli commodement, énormement, intensement. Stesso discorso per l’avverbio derivato da précoce: si scrive précocement, anche se di tanto in tanto spunta uno stravagante précocément. Ma del resto, la lingua non è forse una creatura selvaggia?

  • L’avverbio „obligatoirement“ dopo „devoir“: un maglione di lana a luglio

Ecco un altro scivolone sottile: usare obligatoirement subito dopo il verbo devoir. Sembra innocente, vero? E invece l’aggiunta è tanto utile quanto un maglione di lana a luglio. Gli illustri accademici francesi insistono: obligatoirement significa “in modo obbligatorio, necessariamente, inevitabilmente” e indica proprio ciò che è richiesto da un obbligo, morale o giuridico. Ripeterlo, però, è come riempire una torta già dolce di altra glassa: meglio evitare e lasciare che la frase resti asciutta, diretta – decisamente più elegante.

  • Occhio ai falsi amici anglofoni con „confronter“
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Questa poi… la colpa, stavolta, è dell’inglese (lui c’entra sempre, da qualche parte)! In francese giuridico confronter significa “mettere due persone a confronto per verificare le loro dichiarazioni”, come in “confronter dei testimoni con l’imputato”. Ma anche nella vita di tutti i giorni serve per avvicinare e confrontare elementi: “confronter due scritture”, “confronter dei programmi politici”. Guardia alta però: non bisogna cadere nel calco inglese to be confronted with per indicare il trovarsi davanti a un ostacolo. I saggi lo dicono: la precisione lessicale è il vero sale della conversazione, non solo manie accademiche!

Tante sfumature, mille insidie

La lingua francese trabocca di sfumature, di trabocchetti lessicali, di anglicismi che si insinuano nelle pieghe della conversazione. Siamo spesso spettatori di discussioni animate: c’è chi vorrebbe smettere di parlare degli errori e concentrarsi invece sui rischi che la lingua corre davvero – fra preferenze ufficiali verso l’inglese (ogni riferimento presidenziale non è puramente casuale…) e la pressione di nuovi linguaggi, neologismi, espressioni virali e degenerazioni sociali.

Morale della favola: sii curioso, ma attento!

Alla fine, cosa ci insegna tutto questo? Che la lingua bisogna coccolarla, proteggerla dalle insidie e gustarne tutte le sfumature – senza farsi troppo male se ogni tanto inciampiamo in un sinonimo azzardato o in un anglicismo di troppo. Capita a tutti, anche ai migliori. La cura per ogni lingua resta sempre un piccolo atto d’amore.

Allora, ti sei riconosciuto in almeno una di queste sviste? Ammettilo, anche solo tra te e te! Se vuoi tenere sveglia la tua curiosità, Lisa Chichi è pronta a portarti – ogni giorno – tra scoperte curiose e storie sorprendenti, arricchendo le tue conversazioni e stimolando la mente. Non ti resta che restare sintonizzato… e magari sorridere dei piccoli errori che, in fondo, uniscono tutti i parlanti!

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