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Dati catastali, da oggi, nelle mani dei comuni

Dati catastali, da oggi, nelle mani dei comuni

Da oggi c’è un altro “occhio” che sbircia nelle case degli italiani: è quello dei Comuni che hanno l’accesso alla banca dati catastale e ipotecaria, al fine di trarre informazioni utili per l’attività di accertamento immobiliare.
Tutto parte da una convenzione che il Comune stipula con l’Agenzia delle Entrate per l’accesso ad una piattaforma tecnologica che permette diverse tipologie di servizi utili ai fini della gestione della fiscalità locale e dei controlli urbanistici ed edilizi.

Le informazioni reperibili dall’accesso alla piattaforma, denominata “SISTER”, sono di due tipi:

  1. CATASTALE
  2. IPOTECARIA

Mediante la modalità di ricerca avente natura catastale un Comune può accedere e prelevare dalla piattaforma:

  • una visura catastale, anche storica, per immobile o per soggetto;
  • una visura planimetrica;
  • una mappa catastale;
  • un elaborato planimetrico in scala ridotta;
  • un export di mappe ovvero fogli di mappa catastale;
  • i cosiddetti punti fiduciali cioè particolari topografici utilizzati per la formazione della cartografia e per la redazione di atti geometrici di aggiornamento.

Con la modalità di ricerca ipotecaria, invece, è possibile ricercare, per ogni conservatoria a livello nazionale, le trascrizioni, le note, le ispezioni e le altre informazioni su soggetti ed immobili situati in Italia.

Ad eccezione dei Comuni che richiedono l’accesso per i propri fini istituzionali, sono previste diverse convenzioni secondo le diverse tipologie di utenza ed ognuna di esse ha un costo crescente secondo le maggiori informazioni che si vogliono ottenere. La modalità di pagamento è quella comune a tutte le banche dati ovvero la costituzione anticipata di un castelletto e la successiva riduzione a scalare a seconda della richiesta effettuata e del servizio richiesto.

Dopo la stipula e la firma della convenzione l’utente abilitato verrà dotato di una password di accesso di durata annuale; in qualsiasi momento è possibile disattivare la convenzione mediante comunicazione via posta elettronica certificata (PEC) all’indirizzo .

È inutile dilungarsi sulle potenzialità di tale strumento ai fini di scovare eventuali evasori di tasse ed imposte erariali e, soprattutto, comunali.

 DANILO LIZZIO

Fonte: Agenzia delle Entrate

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