Il bullismo: un fenomeno sempre più virale

Il bullismo, tradizionalmente conosciuto, con la diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione ha assunto risvolti ancora più preoccupanti. Emblematici sono i tanti casi di cronaca che raccontano di giovani vittime devastate dal punto di vista psicofisico o addirittura che hanno compiuto il gesto estremo del suicidio. Il fenomeno è in costante aumento proprio in ragione dell’utilizzo dei social network, quali ad esempio Facebook.

Il cyberbullismo assume connotati propri di fluidità e pervasività. Rilevano la capacità di permeare le percezioni e la psicologia e la vita quotidiana dei giovanissimi, le cui attività di socializzazione avvengono sul web con altrettanta ‘realtà’ che fuori di esso; la sua natura ‘virale’, in grado di superare ogni confine e distanza nonché di raggiungere un grande numero di osservatori e testimoni; la sequenzialità dei messaggi, talché può sfumare fin quasi a dissolversi la individuabilità della deliberazione e della intenzionalità del messaggio nocivo; la possibile assunzione di una personalità in rete altra da sé, con conseguente affievolimento del senso del lecito e di remore etiche. Ed il controllo degli adulti è reso più difficoltoso dal divario generazionale in termini di alfabetizzazione digitale.Se ne parlerà a Vittoria (RG) in data 06.04.2017 ore 15.30.

L’evento si avvale della preziosa collaborazione della Training Service Group Soc. Coop. Sociale Onlus, dell’Osservatorio Permanente contro il fenomeno del cyberbullismo e i tranelli informatici e della Polizia di Stato.

Alle domande rispondono: Avv. Romano, Avv. Liberto, Avv. Piccolo, Avv. Cataudella.

Come si riconosce il cyberbullismo?

Il cyberbullismo è una forma di bullismo via web. Il termine, infatti, indica atti di vessazione e molestie realizzati con l’utilizzo di mezzi elettronici come per es. email, chat blog, telefoni cellulari o  siti internet.

Il cyberbullo, in condizioni di anonimato, mette in atto con intenzionalità e persistenza, atti persecutori attraverso il computer, creando spesso falsi profili, spedendo messaggi intimidatori, realizzando pagine web o pubblicando video e foto, in cui diffama la vittima indifesa.

Per tutelarsi è necessario prima individuare la sussistenza del pericolo. La vittima in genere presenta sintomi inequivocabili quali:

  1. indolenza;
  2. calo del profitto scolastico;
  3. stress e sfiducia nelle istituzioni;
  4. ansia;
  5. aumento delle assenze scolastiche.

È indispensabile trasmettere ai figli le regole base del rispetto civile e monitorare e controllare i ragazzi che passano sempre più ore davanti al pc.

Soltanto una sinergica azione di famiglia e scuola potranno arginare una forma di violenza tale da rendere la vittima totalmente schiava di un diabolico sistema.

Come difendersi?

Il cyberbullismo coinvolge sempre più spesso adolescenti e pre-adolescenti. Proprio per la delicatissima fascia d’età; gli esiti di tale fenomeno posso essere devastanti.

I cyberbulli, spesso a cagione della ripetitività delle proprie condotte, risultano poco empatici e faticano a percepire la sofferenza sperimentata dalla vittima ogni volta che viene presa di mira on-line. Inoltre, non potendo i cyberbulli sperimentare gli effetti tangibili delle proprie azioni, tutto assume per loro le caratteristiche di un gioco, che non necessita di essere fermato.

Quali le conseguenze del cyberbullismo?

Studi sul fenomeno hanno individuato caratteristiche analoghe a quelle del bullismo tradizionale, se non maggiormente gravose a causa dell’elevato numero di persone coinvolte e della forza mediatica di messaggi, foto, video trasmessi on-line o sul telefonino.

Tra gli effetti di tale fenomeno: bassa autostima, depressione, ansia, paura, frustrazione, problemi scolastici e familiari e, nei casi più estremi, idee suicidarie.

Certamente si tratta di esiti gravi, che hanno, inoltre, notevoli ripercussioni sullo sviluppo psicofisico di bambini e adolescenti.

La pericolosità di tali effetti è da mettere in relazione non solo alla natura stessa degli attacchi, bensì anche alla loro frequenza – essi possono verificarsi 24 ore al giorno, sette giorni su sette – e permanenza nel web, risultando – a volte – molto difficile riuscire a rimuovere completamente i contenuti offensivi, denigranti, minacciosi di testi e immagini.

In genere bambini e adolescenti sono riluttanti a confidarsi con i genitori e gli insegnanti rispetto agli episodi di cyberbullismo di cui sono vittime; ciò avviene per il timore, sia di una reazione eccessiva da parte degli adulti che li induca ad adottare delle regole restrittive nell’utilizzo di Internet, sia di una vendetta da parte dei cyberbulli.

In questo contesto deve di certo inserirsi il ruolo dell’Osservatorio sul cyber bullismo.

Quali le analogie con il bullismo?

  1. presenza di una vittima: c’è una vittima designata che non è in grado di difendersi;
  2. tipo di azione: si tratta di un’azione che, in maniera esplicita, intende procurare sofferenza o danneggiare la vittima;
  3. durata: gli attacchi informatici sono continui e si ripetono nel tempo (settimane, mesi e anni).

Quali i consigli per ragazzi?

Le linee guida esposte anche sul sito di Telefono Azzurro appaiono pienamente rispondenti alla tutela da apprestare:

  1. inviate al cyber-bullo un messaggio in cui, in maniera chiara e risoluta, gli comunicate che il suo comportamento vi sta disturbando ed esortatelo a interrompere immediatamente tale condotta;
  2. non rispondete a chi vi offende o insulta on line o sul cellulare;
  3. bloccate o filtrate tutte le e-mail, la messaggistica immediata e gli sms provenienti dal cyberbullo;
  4. tenete traccia delle conversazioni o degli sms che vi hanno infastidito;
  5. evitate di visitare i siti web o di partecipare a gruppi di discussione dove hanno avuto luogo gli attacchi offensivi;
  6. cambiate indirizzo e-mail, account e username per impedire di essere identificati e infastiditi;
  7. cambiate il numero del cellulare e comunicatelo solo a poche persone;
  8. informate i vostri genitori o un adulto di riferimento rispetto a ciò che sta accadendo. Ciò vale anche nel caso in cui non siate la vittima diretta degli attacchi on line o sul celllulare, ma abbiate occasione di assistere ad episodi che coinvolgono altri bambini o ragazzi.

Quali i suggerimenti per genitori?

Anche per i genitori i consigli riguardano un immediato e tempestivo intervento. Anche se è difficile, a volte, ricevere le confidenze dei propri figli adolescenti, è bene creare legami di fiducia e prestare attenzione proprio ai sintomi sopra citati che possono riferirsi a situazioni di cyberbullismo.

In questo caso è bene rivolgersi immediatamente ad un esperto, che possa aiutare e sostenere la vittima di cyberbullismo. L’Osservatorio si avvale della collaborazione di esperti (avvocati, psicologi).

Ai genitori, inoltre, si consiglia di:

  1. monitorare accuratamente l’utilizzo dei mezzi informatici, aiutando i propri figli a farne un corretto uso, impostando password ove necessario, limitandone l’uso a determinati orari;
  2. imparare a conoscere il loro linguaggio, anche quello informatico, chiedendo sempre spiegazioni quando non si capisce qualcosa;
  3. essere sempre disponibili alla comunicazione.

E’ importante anche insegnare ai figli a monitorare tre aspetti, da mettere in pratica in tutte le loro attività digitali, incluso l’utilizzo di lettori multimediali portatili, messaggistica istantanea, chat, giochi per computer, console di gioco, dispositivi mobili, messaggi di testo e webcam.

In particolare, gli aspetti da monitorare sono:

  1. contatti: insegnando ai ragazzi come instaurare relazioni online in modo sicuro e attento e spiegando che cosa ci si aspetta da loro relativamente alla comunicazione online. Aiutare quindi i ragazzi a riconoscere e a proteggere sé stessi da bulli online, hacker, truffatori e predatori;
  2. contenuti: spiegare in modo chiaro quali sono i contenuti accettabili. Sono sicuri, responsabili e morali? Questo vale sia per i contenuti caricati che per quelli visualizzati. Spiegare ai ragazzi che Internet è per sempre: tutto ciò che viene pubblicato online viene registrato e archiviato;
  3. comportamenti appropriati: mostrare ai ragazzi il comportamento corretto da adottare online. Aiutarli a comprendere che le cose scritte online determinano la loro reputazione. Poiché il Web mantiene l’anonimato, alcuni ragazzi diventano disinibiti. Per questo devono essere aiutati a comportarsi da brave persone sia online che offline.

Chi pratica il cyberbullismo si rende punibile penalmente?

Non c’è una legge specifica che disciplina il fenomeno del bullismo. Tuttavia, plurime sono le violazione dei principi fondamentali della Costituzione italiana (artt. 3, 33, 34), del codice penale (artt. 581,582,494,612, 612 bis, 660), del codice civile (art. 2043). Attualmente è all’esame del Parlamento una proposta di legge sul bullismo ed in particolare sul cyberbullismo.

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