Condono edilizio 2017: in arrivo la nuova legge sulle demolizioni

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In fase di approvazione alla Camera il Ddl Falanga che permetterà di stabilire i criteri di demolizione degli immobili e quali invece salvare con il condono edilizio.

Il condono è un concetto tipico del diritto italiano che consente di ottenere l’annullamento di un reato e della relativa pena. In un Paese come il nostro in cui in base ad alcuni dati Istat le dimensioni del fenomeno dell’abusivismo edilizio raggiunge «dimensioni che non hanno riscontro nelle altre economie avanzate», il condono edilizio è sicuramente quello più conosciuto e utilizzato. Proprio per questo è importante essere sempre informati sulla relativa normativa e sapere che è in fase di approvazione il disegno di legge Falanga riguardante i criteri di priorità per l’esecuzione delle demolizioni che, verosimilmente, potrebbe consentire di lasciare intatti molti immobili.

I criteri di demolizione degli immobili

Di recente il Senato ha approvato la legge relativa al condono edilizio per poi farla tornare alla Camera che dovrà decidere se approvare o meno il testo di legge modificato. Il Senato, infatti, ha apportato delle modifiche rispetto al precedente testo approvato dalla Camera, riducendo le risorse per la banca dati degli abusi edilizi e aggiornando i riferimenti temporali al 2017.

Si tratta di una legge su cui il Parlamento discute dal 2014 e probabilmente si sta riuscendo, finalmente, ad arrivare ad un punto di svolta. Se il testo di legge verrà approvato verrà introdotta una specie di condono edilizio, fissando i criteri da seguire per decidere se e quando procedere con la demolizione di un immobile, la cui decisione sarà affidata al Pubblico Ministero.

In particolare per eseguire le demolizioni, quando non è il Comune a farle, il Pubblico Ministero dovrà fare riferimento ai seguenti criteri:

  • immobili di rilevante impatto ambientale o costruiti su area demaniale o su area soggetta a vincolo ambientale e paesaggistico, sismico, idrogeologico, archeologico o storico artistico;
  • pericolo per la pubblica e privata incolumità, nell’ambito del necessario coordinamento con le autorità amministrative preposte;
  • immobili che sono nella disponibilità di soggetti condannati per i reati di associazione mafiosa;
  • immobili colpiti da misure di prevenzione.

Tra questi, andranno demoliti prima gli immobili che non sono ancora stati ultimati, sia che siano in corso di costruzione sia che i lavori siano fermi, e in seguito tutti gli altri. Gli immobili che non rientrano in tali categorie vengono lasciati dopo e nei fatti resteranno il più delle volte intatti.

Condono edilizio: il ruolo del Prefetto

Entro il 31 dicembre di ogni anno le Amministrazioni statali e regionali preposte alla tutela trasmetteranno l’elenco delle demolizioni da seguire, sulla base delle segnalazioni degli uffici comunali sulle opere non sanabili, al Prefetto, al quale saranno affidati anche gli ordini di demolizione; sarà lui a disporre la rimozione delle macerie e gli interventi a tutela della pubblica incolumità.

A svolgere i lavori saranno delle imprese giudicate tecnicamente e finanziariamente idonee, anche a seguito di affidamento a trattativa privata. Il Prefetto potrà inoltre far affidamento su delle strutture tecnico-operative del Ministero della Difesa, grazie a dei provveditorati alle opere pubbliche e dopo la stipulazione di una convenzione tra il Ministero della Difesa e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Un fondo e una banca dati sul condono edilizio

Si attende un decreto attuativo per l’istituzione di un apposito fondo per le demolizioni che sarà affidato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che dovrà collaborare con il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e con il Ministro dell’Economia e delle Finanze.

Grazie a questo fondo si finanzieranno i Comuni per l’integrazione delle risorse che si rendono necessarie per gli interventi di demolizione delle opere abusive. Il disegno di legge sul condono edilizio prevede, inoltre, l’istituzione di una Banca dati nazionale sull’abusivismo edilizio presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti da realizzare entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge a cura di Enti, Amministrazioni e altri organi competenti a qualsiasi titolo in materia di abusivismo, i quali dovranno condividere e trasmettere tutte le informazioni riguardanti illeciti e casi di condono edilizio.

A quanto pare ci sono importanti novità in arrivo per chi ha costruito la propria casa in modo abusivo e l’approvazione di questo decreto legge potrebbe consentire di risolvere la propria posizione nei confronti della legge grazie al condono edilizio. A questo punto non resta che attendere l’approvazione o meno del testo di legge e vedere quali immobili saranno salvati e quali invece dovranno essere demoliti.

Approfondisci il DDL Falanga.