È legittimo il divieto del cellulare sul lavoro?

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Utilizzare impropriamente il cellulare sul luogo di lavoro può essere oggetto di richiamo da parte del nostro capo e, in alcuni casi, causa di licenziamento?

Il cellulare rappresenta ormai uno strumento indispensabile nella nostra società e, al giorno d’oggi, lo utilizziamo per innumerevoli attività strettamente connesse alla nostra sfera personale e pubblica. Tuttavia, la presenza di questo dispositivo onnipresente non è sempre gradita a tutti. Può accadere, infatti, che l’impiego di uno smartphone possa essere visto malvolentieri dal nostro datore di lavoro, il quale potrebbe decidersi da un momento all’altro di vietarne l’utilizzo.

Una ragione capace di indurre a questa decisione da parte del nostro capo potrebbe essere l’uso eccessivo che noi, in qualità di dipendenti, potremmo compiere, rischiando di distrarci eccessivamente dalle nostre mansioni lavorative. Ad aggravare la nostra posizione davanti agli occhi del nostro datore di lavoro potrebbe essere, inoltre, l’utilizzo del telefono cellulare per scopi personali durante lo svolgimento dell’orario lavorativo in barba al regolamento interno dell’azienda.

Divieto del cellulare sul lavoro: la sentenza

In casi simili, il dirigente potrebbe anche decidere di prendere seri provvedimenti al nostro indirizzo che potrebbero anche porre in bilico la nostra stessa posizione lavorativa. Ciò è veramente possibile? Il nostro capo può davvero porre il divieto del cellulare al lavoro e, in alcuni casi, procedere al licenziamento? Secondo il parere recente della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3315/2018 del 12 febbraio 2018, è possibile licenziare quel dipendente che si rende protagonista di una lunga serie di telefonate non inerenti al lavoro.

La sentenza, nello specifico, riguardava un dipendente sofferente di depressione che, per il bisogno di ascoltare voci amiche, aveva effettuato chiamate verso numerazioni non geografiche a valore aggiunto, utilizzando inoltre la linea del fax del reparto accumulando una spesa di oltre 8 mila euro a carico dell’azienda e trattenendosi prima ed oltre l’orario contrattuale. Secondo le verifiche della Corte territoriale è emerso che il soggetto in questione non fosse depresso e, quindi, avrebbe potuto tranquillamente affidarsi a cure appropriate per i propri bisogni.

Il licenziamento del lavoratore è possibile anche nel caso in cui il dipendente trascorra troppo tempo su Internet o sui social network, ormai fruibili anche attraverso telefono cellulare. Secondo la sentenza n. 10955 del 27 maggio 2015 è stato ritenuto ammissibile infatti il licenziamento di un dipendente che si era allontanato dal posto di lavoro per intrattenere conversazioni su Facebook a fini personali lasciando così incustodita per diversi minuti la pressa alla quale era addetto.

Insomma, davanti a precedenti di questo genere è consigliabile utilizzare il cellulare in maniera moderata, meglio se all’infuori dell’orario lavorativo. Dare una sbirciata ogni tanto al display del nostro smartphone non costituirà un motivo valido per essere licenziati, ma l’uso eccessivo del dispositivo potrebbe farci passare dei brutti guai per la nostra posizione.