Assegno di divorzio sospeso se non si cerca un lavoro: ecco quando può accadere

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Se non si cerca attivamente un lavoro, l’assegno di divorzio può essere sospeso o ridotto. A stabilirlo è una recente sentenza della Cassazione.

Quello dell’assegno di divorzio è un tema molto discusso, non solo dagli addetti ai lavori (i giuristi), ma anche nella società, con opinioni molto discordanti tra loro.

Suscitano clamore le cifre a sei zeri degli assegni riconosciuti alle ex mogli delle celebrità, in tutto il mondo, ma ogni caso è un caso a sé e bisogna considerare che i personaggi famosi fanno notizia, ma la realtà è fatta soprattutto di gente comune.

Bisogna considerare soprattutto tutte quelle casalinghe, se ne contano milioni, che pur non svolgendo un lavoro retribuito sono impegnate quasi 24 ore al giorno a curare la casa e i familiari, a dare un contributo fondamentale al sostegno del nucleo familiare, che di fronte ad una separazione e un divorzio si ritroverebbero dall’oggi al domani senza un reddito, senza un riconoscimento economico per soddisfare i bisogni basilari.

È a queste persone che bisogna pensare soprattutto quando si affronta questo tema.

Dall’altro lato, però, questo sostegno economico può portare il coniuge tenuto al mantenimento ad una situazione di grave difficoltà economica.

È importante quindi trovare un equilibrio tra le esigenze di entrambi, compito molto delicato e tutt’altro che facile che, in mancanza di un accordo tra le parti, è affidato interamente alla decisione dei tribunali.

Fino a quando sussiste l’obbligo di versare l’assegno di divorzio?

In linea di principio possiamo dire che l’obbligo sussiste fino a quando persistono le condizioni che lo giustificano, come la mancanza di un reddito sufficiente a garantire un’esistenza dignitosa. La sussistenza delle condizioni e il valore dell’assegno possono essere rivisti dal giudice su richiesta di uno dei due interessati ogni volta che si ritenga che la situazione sia cambiata (ad esempio, con l’aumento o la diminuzione del reddito, con perdita del lavoro da parte di colui che è obbligato a versare il mantenimento; oppure con l’ottenimento di un lavoro da parte di chi ha diritto all’assegno, ecc…).

Assegno di divorzio sospeso in caso di rifiuto di un lavoro?

Se il rifiuto di un lavoro possa costituire una ragione per ridurre o sospendere l’assegno divorzile è uno degli aspetti più discussi e delicati. Diversi giudici si sono pronunciati sulla questione sottolineando che il coniuge destinatario dell’assegno deve dimostrare di cercare attivamente un lavoro per poter mantenere il diritto e non può rifiutare un posto di lavoro senza una valida giustificazione.

Ricordiamo, ad esempio, che il coniuge affidatario dei figli ha l’onere di occuparsi della loro cura e della loro crescita, e questo può essere in molti casi incompatibile con un impiego lavorativo.

Assegno di divorzio sospeso o ridotto: nuove indicazioni dalla Cassazione

Di recente la Corte di Cassazione è intervenuta sulla questione con la sentenza n. 25697/2017, ribadendo il principio secondo il quale l’assegno può essere sospeso se si rifiuta un lavoro, ma a determinate condizioni.

Nel caso esaminato dalla Corte, l’ex marito aveva chiesto al Tribunale la sospensione o la riduzione dell’assegno, in quanto la ex moglie non si impegnava a sufficienza nel cercare un lavoro, nonostante i figli (di 17 e 19 anni) fossero abbastanza grandi e non richiedevano quelle attenzioni che vanno riservate ai bambini e pertanto non costituivano un impedimento alla ricerca di un’occupazione lavorativa.

La Cassazione, ribaltando le decisioni dei giudici di primo e secondo grado, ha dato ragione all’ex marito ed ha stabilito che l’assegno di divorzio può essere ridotto in presenza di determinate condizioni.

La Corte ha precisato che va sempre valutato il caso concreto, la capacità lavorativa della persona, possibilità occupazionali, la situazione familiare, sottolineando che alla persona che pretende la riduzione dell’assegno spetta l’onere di dimostrare concretamente tutti questi aspetti.

Occorre chiarire, infine, che l’assegno di divorzio a favore dell’ex coniuge è cosa diversa dall’assegno di mantenimento previsto per i figli, per cui la riduzione o la sospensione del primo non ha effetti sul secondo.

L’intervento della Cassazione rende in maniera molto chiara quali siano i criteri di seguire nel valutare se ci sono meno le condizioni per vedere l’assegno di divorzio sospeso o ridotto, che vanno comunque valutate caso per caso. Un importante ruolo lo svolgeranno gli avvocati delle due parti nel dimostrare la sussistenza o meno delle circostanze favorevoli ai propri assistiti.