Attraverso la misura 5.69 del PO FEAMP la Regione Lazio sta promuovendo un bando a favore della trasformazione dei prodotti ittici.
A livello mondiale l’acquacoltura, cioè la produzione di alimenti che hanno origine animale di tipo acquatico, è notevolmente cresciuta, soprattutto nei Paesi Asiatici. In Europa si è adottata la politica comune della pesca, volta a sostenere il mercato ittico, attraverso l’adozione di misure di finanziamento rivolte alle imprese europee. Queste risorse vengono recepite dagli Stati membri e rese utilizzabili grazie alla pubblicazione di bandi. È il caso della Regione Lazio, ad esempio, che con la misura 5.69 del PO FEAMP ha deciso di sostenere le imprese che si occupano di trasformazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura, favorendo la commercializzazione dei loro prodotti e la competitività sul mercato nazionale ed esterno.
Indice
A chi si rivolge il bando sulla pesca della Regione Lazio?
Possono richiede il finanziamento le micro, piccole e medie imprese laziali che hanno come attività primaria o secondaria la conservazione, la lavorazione di pesce, molluschi e crostacei. Per chiarezza definiamo i parametri per le singole categorie di imprese:
- micro-imprese: al massimo n. 10 dipendenti con fatturato annuo non superiore a 2 milioni di euro;
- piccole imprese: al massimo n. 50 dipendenti con fatturato annuo non superiore a 10 milioni di euro;
- medie imprese: al massimo n. 250 dipendenti con fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro
Le attività devono essere regolarmente inscritte presso la Camera di Commercio, attuare il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) di riferimento in caso ci sia del personale dipendente e non devono presentare situazioni di difficoltà, come ad esempio fallimento o liquidazione.
Di cosa tratta il bando sulla pesca della Regione Lazio?
Lo scopo della Misura 5.69 è quello di aumentare la competitività dei settori della pesca e dell’acquacoltura, favorendo il miglioramento di queste attività e garantendo una maggior trasparenza dell’intero processo produttivo prendendo in considerazione elementi importanti come ad esempio l’ambiente, la sicurezza e l’igiene.
Possono ottenere un contributo economico tutte le imprese che svolgono interventi che:
- contribuiscono a risparmiare energia o a ridurre l’impatto sull’ambiente, incluso il trattamento dei rifiuti;
- migliorano la sicurezza, l’igiene, la salute e le condizioni di lavoro;
- sostengono la trasformazione di quanto pescato e che non può essere destinato al consumo umano;
- fanno riferimento alla trasformazione dei sottoprodotti risultanti dalle attività di trasformazione principali;
- fanno riferimento alla trasformazione di prodotti dell’acquacoltura biologica;
- portano alla realizzazione o al miglioramento di prodotti, processi e metodi organizzativi.
La dotazione finanziaria è pari a 2.2 milioni di euro e prevede che i progetti abbiano un co-finanziamento pubblico pari al 50% delle spese ammissibili.
Tra queste ci sono quelle per:
- acquisto di macchine e attrezzature per la lavorazione del pescato;
- ristrutturazione o adeguamento a norma di legge dei fabbricati già in uso;
- aggiornamenti ed ammodernamenti di hardware e software;
- implementazione di sistemi per lo smaltimento dei rifiuti;
- miglioramento dell’efficienza energetica con l’ausilio di pannelli solari;
- installazione di apparecchiature ed allarmi antincendio, rilevatori di gas, fumo e pericoli;
- dotazione di manuali per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro;
- miglioramento igienico/sanitario sia nei locali di lavorazione dei prodotti che negli spazi destinati ai dipendenti.
Le spese generali, come la tenuta di un conto corrente dedicato all’operazione, le consulenze e le parcelle professionali sono ammesse fino al 12% dell’importo totale. I beneficiari non potranno comunque sommare il contributo di questo bando con altre agevolazioni richieste a qualsiasi titolo ed ottenute per lo stesso tipo di intervento.
Qualora si fosse assegnatari, il beneficiario può accedere al contributo secondo la metodologia:
- anticipo, pari al 40% del contributo concesso su richiesta scritta;
- acconto per stato di avanzamento lavori, pari al 30% della spesa ammissibile;
- saldo, per la parte restante.
I progetti devono essere ultimati entro 6 mesi dalla data di notifica del provvedimento di concessione del contributo.
Come fare per partecipare al bando sulla pesca della Regione Lazio?
Le richieste di sostegno dovranno essere inviate tramite posta elettronica certificata (PEC) entro il 12 giungo 2017 agli indirizzi internet indicati nel bando. I documenti dovranno essere firmati digitalmente. Devono essere allegati alla domanda:
- copia dell’atto costitutivo e dello statuto della società;
- nomina degli amministratori e dei delegati;
- relazione dettagliata del progetto oggetto di finanziamento sia dal punto di vista tecnico che economico, soprattutto elencare le singole voci di costo da affrontare;
- presentazione di elaborati grafici;
- copia degli ultimi due bilanci;
- descrizione della fattibilità dell’intervento e delle prospettive di crescita;
È sempre consigliabile farsi seguire da un professionista abilitato per presentare la domanda in modo corretto e conforme con le linee guida. La misura 5.69 del PO FEAMP rappresenta un mezzo vantaggioso per ammodernare l’intera catena produttiva del mercato ittico, sia per le imprese già operanti nel settore che possono procedere ad una serie di interventi migliorativi, che per le nuove attività che decidano di nascere e magari aumentare il numero di occupati.
Fonte: Bando Regione Lazio