Alcuni consigli sulla strada da percorrere per aprire un negozio di videogames.
Uno dei passatempi di cui ormai non si può più fare a meno, soprattutto nelle fasce più giovani (ma c’è un nutrito numero di adulti che non li disdegnano..) è quello dei videogiochi.
Immedesimarsi in una storia arcade e lottare contro i nemici o sfrecciare ad alta velocità in un circuito di formula uno o ancora fare goal contro Buffon può attirare chiunque, grandi e piccoli, appassionati e non.
E se la passione diventasse un lavoro? Per esempio pensando di aprire un negozio di videogames?
L’impresa non è impossibile, basta metterci impegno, passione, qualche soldino e tanta pazienza per tutte le inevitabili trafile burocratiche.
Le strade per aprire un negozio di videogames possono essere due: o aprirlo in proprio secondo i propri gusti e le proprie inclinazioni o affidandosi ad un franchising.
Per aprire un negozio di videogiochi in autonomia bisogna innanzitutto sapere cosa la legge richiede per poter avviare l’attività. Primo fa tutti non essere mai stato dichiarati falliti o interdetti; in secondo luogo è necessario trovare un locale che risponda ai requisiti igienici e sanitari previsti per legge.
Inoltre bisogna:
- aprire una Partita Iva;
- effettuare l’iscrizione al Registro delle Imprese;
- ottenere dalla ASL il certificato di idoneità necessario per l’apertura, secondo il quale il locale rispetta le normative igienico sanitarie previste per legge e alle quali il locale deve rispondere;
- effettuare l’iscrizione a Inps e Inail;
- informare il Comune dell’inizio di attività (tramite questa azione si ottiene il nulla osta necessario per aprire l’attività)
- ottenere il permesso e pagare la tassa per l’esposizione dell’insegna;
- pagare la Siae qualora nel negozio si intenda diffondere musica.
Anche per l’apertura di un franchising i requisiti obbligatori previsti per legge appena visti sono gli stessi, ma la differenza sostanziale sta nel fatto che molte scelte sono “blindate”, nel senso che degli elementi del negozio devono rispondere a quanto indicato dalla casa madre, come ad esempio gli arredi, la merce che può essere venduta, la metratura e l’ubicazione del negozio. Di contro gli aspetti positivi sono che nel momento in cui si stipula un contratto di affiliazione si riceve un negozio “chiavi in mano” cioè completo in tutto e per tutto (compresa anche la formazione del personale).
Da non sottovalutare anche l’aspetto economico, poiché nel caso di un negozio autonomo l’investimento richiesto si aggira intorno ai 50 mila euro, mentre per un franchising viene richiesto un investimento iniziale (c.d. fee d’ingresso) che può partire dai 25 mila euro in su.
Comunque in generale sia nell’uno che nell’altro caso per avere successo è importante avere passione, saperci fare con i clienti e studiare con attenzione la fattibilità del progetto, valutandone tutti gli aspetti anche attraverso la redazione di un business plan e perché no, facendosi consigliare da un esperto.