Pagamento TARI, quando va in prescrizione la tassa sui rifiuti?

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Facciamo chiarezza sui termini di prescrizione della tassa sui rifiuti e sulla quantità di arretrati che può chiedere un’amministrazione comunale.

Tutti quanti noi conosciamo la tassa sui rifiuti, meglio nota con l’acronimo di TARI, che consiste nel pagamento dell’imposta sul servizio di raccolta e smaltimento dell’immondizia. Questa tassa è, di norma, pagata annualmente. Malgrado sia obbligatorio, non sempre tutti i cittadini riescono a mantenere fede al proprio dovere e può capitare che qualche “furbetto” decida di non procedere al pagamento della spazzatura entro i termini stabiliti dalla legge.

In questo caso, di norma scatta l’invio della cartella esattoriale per invitare il cittadino a versare il denaro richiesto. In caso di mancata risposta nei successivi 60 giorni, si passa dunque al conseguente pignoramento. Ma è sempre così? Nemmeno le amministrazioni comunali sono infallibili nei controlli. Può capitare infatti che l’invio della cartella avvenga in ampio ritardo, pregiudicando così il diritto agli importi.

Esiste infatti un termine di prescrizione sulla tassa dei rifiuti che è pari a 5 anni.
Il Comune può dunque richiedere il pagamento delle imposte evase fino al quinto anno successivo a quello in cui sarebbe dovuto avvenire il versamento; oltre, infatti, le amministrazioni comunali non possono chiedere gli arretrati.

A tal proposito è utile proporre un esempio. Se un cittadino non ha provveduto al pagamento della TARI relativa all’anno 2013, i cinque anni di prescrizione iniziano a decorrere dal 1° gennaio 2014. Il Comune potrà dunque richiedere il pagamento della tassa entro il 31 dicembre 2018. Oltre la mezzanotte di questa data, l’imposta cadrà in prescrizione.

Tale regola, però, non è sempre valida. L’amministrazione comunale può infatti decidere di notificare un atto interruttivo della prescrizione della tassa rifiuti che può consistere in una diffida o in un sollecito di pagamento. In caso di ricezione di tale atto, il termine di prescrizione si interrompe e il Comune può nuovamente richiedere il pagamento delle annualità. Va comunque ricordato che tale interruzione può essere considerata valida soltanto se la nuova richiesta di pagamento viene inviata dal Comune attraverso una raccomandata a/r.

E non è finita qui. L’organismo amministrativo deve inoltre prestare attenzione al termine di decadenza. Cosa significa? La notifica di pagamento va infatti fatta presente al soggetto evasore entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui è stato accertato il mancato versamento dell’imposta.

In ogni caso, la scelta più ragionevole rimane sempre quella di rispettare le scadenze e procedere al pagamento delle imposte al fine di evitare di incappare in spiacevoli inconvenienti.

Fonte: Dipartimento delle Finanze