La riforma del lavoro del Governo Renzi, il cosiddetto Job Act, prevede un radicale cambiamento dell’indennità di disoccupazione fino ad oggi conosciuta coi nomignoli di ASPI (per coloro che hanno lavorato negli ultimi 12 mesi, con contributi da almeno due anni) e MINI ASPI (per coloro che hanno 13 settimane di contribuzione nell’ultimo anno).
Tale cambiamento si inquadra nel ben più preciso obiettivo di spazzare via tutti gli attuali ammortizzatori sociali (cassa integrazione in deroga, indennità di mobilità fra tuttte) e lasciare attiva soltanto la cassa integrazione e, appunto, il nuovo assegno unico di disoccupazione già denominato NASPI.
Il nuovo assegno per i disoccupati sarà gestito, tramite l’INPS e i Centri per l’Impiego, dalla nascente Agenzia Unica del Lavoro e spetterà ad una più ampia platea di soggetti che perdono il lavoro, primi fra tutti i collaboratori a progetto, fino ad oggi esclusi dal sussidio. Il requisito per fruire dell’assegno è quello di aver lavorato non meno di tre mesi consecutivi e ha una durata pari alla metà dei mesi lavorati negli ultimi quattro anni fino ad un massimo di due; la durata si abbassa fino ad un massimo di sei mesi per i lavoratori atipici o precari.Il Governo, però, guarda ancora più avanti: per coloro i quali non bastano nemmeno due anni a trovare un nuovo lavoro, potrebbe essere previsto un ulteriore sussidio legato ai requisiti dell’indice ISEE (indicatore della situazione economica equivalente) e quindi per coloro che ne hanno effettivamente bisogno.
L’ammontare del nuovo assegno unico di disoccupazione dovrebbe aggirarsi intorno i 1.100,00 – 1.200,00 euro per i primi mesi di disoccupazione, per poi calare e mantenersi fino ad un massimo di 700 euro.
Fonte: INPS