Per il periodo compreso tra il 2013 e il 2015 era stato introdotto in via sperimentale un articolo della legge 28 giugno 2012 in base al quale le madri lavoratrici possono richiedere, dopo il periodo del congedo di maternità, delle agevolazioni finanziarie: voucher per l’acquisto di servizi di baby sitting o, in alternativa, un contributo economico per poter usufruire di servizi pubblici o privati dedicati all’infanzia.
La novità fondamentale è che questo beneficio contributivo è di 600 euro mensili, il doppio rispetto al 2013, un passo in avanti verso le famiglie con minori. Tale agevolazione fiscale ha una durata di sei mesi e deve essere richiesta presso l’INPS attraverso una domanda che va presentata per via telematica sul sito dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale oppure bisogna recarsi al patronato.
In cosa consiste concretamente questo vantaggio economico? Una volta presentata la domanda di richiesta dell’agevolazione, se tutti i requisiti necessari vengono soddisfatti, l’INPS eroga l’importo previsto direttamente all’istituto per l’infanzia scelto dalla madre lavoratrice, che deve essere compreso nell’elenco degli istituti scolastici pubblicato sul sito dell’INPS.
Nel caso in cui la madre scelga come agevolazione economica i voucher per l’acquisto di servizi di baby sitting, vengono erogati buoni lavoro cartacei che dovranno essere ritirati entro 120 giorni dalla comunicazione di accoglimento della domanda presso la sede dell’INPS.
Nello specifico, l’agevolazione fiscale è un’alternativa alla fruizione del congedo parentale e deve essere richiesta una volta passato il periodo del congedo di maternità, entro 11 mesi.
Di questo beneficio fiscale ne possono usufruire le madri lavoratrici, dipendenti pubbliche e private che hanno diritto al congedo parentale, e le libere professioniste a patto che non siano iscritte ad altre forme di previdenza obbligatoria e che non siano pensionate.
Un’attenzione in più sembra essere riservata alle madri lavoratrici con minori a carico, situazione che ormai non poteva più essere considerata di secondo piano dal momento che il lavoro è un diritto fondamentale di tutti e la possibilità di creare una famiglia anche. A tal proposito la società non può ignorare ancora la possibilità di fornire soluzioni economiche che permettono al lavoro e alla famiglia di andare di pari passo.
Info: INPS