Ammalarsi o avere problemi fisici in generale non è certo una bella cosa, ma sicuramente è ancora peggio se capita a ridosso o durante la vacanza: oltre a rovinare le tanto attese ferie, comporta diversi adempimenti, dai quali il lavoratore dipendente non può esimersi. Vediamo più da vicino quali sono le casistiche e cosa prevede la legge.
Nei casi in cui l’insorgere della malattia provoca l’impossibilità di godere dello scopo ricreativo di questo periodo, è possibile chiedere la sospensione delle ferie, che sarà valutata caso per caso dal medico curante, il quale provvederà ad inviare il certificato medico all’Inps, mentre il lavoratore ha l’obbligo d’inviare l’attestazione al datore di lavoro entro 2 giorni. Il fatto che le ferie siano state sospese dalla malattia non significa però, che il lavoratore possa rientrare più tardi al lavoro: semplicemente si avranno meno giornate di ferie godute, che si potranno recuperare concordandole con il datore di lavoro. Con l’entrata in vigore del “Jobs Act”, anche il ricovero del figlio minore (fino a 12 anni di età) durante le ferie è causa di sospensione delle stesse.
Potrebbe anche succedere che il dipendente si ammali subito prima o subito dopo le ferie; in entrambe le ipotesi, se si tratta di eventi occasionali, non c’è nulla da dire. Ma attenzione, però, nel caso in cui siano tante le assenze per malattia a ridosso di vacanze, ponti e festivi, e queste siano causa di uno scarso rendimento del dipendente, ed arrechino un grave danno all’azienda: il datore di lavoro potrebbe richiedere il licenziamento per “assenteismo tattico”.
Ricordiamo anche che grazie alla nuova normativa, si rende possibile la visita fiscale durante i festivi, e le sanzioni sono più severe in caso di violazione dell’obbligo di reperibilità: decurtazione fino al 100% dello stipendio per i primi dieci giorni di malattia, e stipendio dimezzato per le eventuali giornate successive.
Info: Corte di Cassazione Sentenza n° 18678/14 ; INPS