Pensione di Reversibilità: ecco tutti i chiarimenti dell’INPS

Quando viene riconosciuto il diritto alla pensione di reversibilità? In presenza di unioni civili l’INPS eroga la pensione? Quando la pensione ai superstiti viene riconosciuta dall’INPS? Facciamo chiarezza punto per punto.

La Pensione di Reversibilità rappresenta una quota della pensione che spetta ai familiari o superstiti nel caso di morte del pensionato o assicurato, ma affinché l’INPS conceda l’assegno ai familiari superstiti è necessaria la presenza di specifiche condizioni di seguito illustrate.

Innanzitutto il pensionato o lavoratore deceduto deve risultare iscritto nella gestione dell’INPS in qualità di titolare di pensione o in corso di liquidazione. L’INPS riconosce in questo caso il diritto alla pensione di reversibilità; inoltre è necessario che il lavoratore abbia maturato 15 anni, oppure 5 anni di assicurazione e contribuzione, di cui almeno 3 anni siano stati svolti nel quinquennio precedente alla data della morte. In questo caso specifico i superstiti hanno diritto alla pensione indiretta.

Chi sono i beneficiari della pensione di reversibilità?

I familiari superstiti sono:

  • coniuge, anche se separato legalmente;
  • coniuge divorziato a condizione che sia titolare dell’assegno periodico divorzile, che non sia passato a nuove nozze e che la data di inizio del rapporto assicurativo del defunto sia anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio;

Il coniuge che passa a nuove nozze perde il diritto alla pensione ai superstiti, ma ha diritto a un assegno una-tantum pari a due annualità (articolo 3, decreto legislativo 18 gennaio 1945, n. 39) della quota di pensione in pagamento, compresa la tredicesima mensilità, nella misura spettante alla data del nuovo matrimonio. Nel caso in cui il soggetto deceduto abbia contratto nuovo matrimonio dopo il divorzio, le quote spettanti al coniuge superstite e al coniuge divorziato sono stabilite con sentenza dal Tribunale.

La legge nel corso degli anni ha esteso la fascia dei richiedenti, riconoscendo tale diritto anche al superstite dell’unione civile, così come riportato nella L. 20/05/2016 n. 76.

Non solo, possono richiedere l’assegno all’INPS, anche i figli ed equiparati in presenza di determinate condizioni:

  • non abbiano superato il 18° anno di età (limite elevato a 21 anni in caso di frequenza di scuola media o professionale e a tutta la durata del corso di laurea, ma non oltre al 26° anno di età, in caso di frequenza dell’università);
  • siano inabili al lavoro;

Chi sono ritenuti figli ed equiparati nella pensione di reversibilità?

Ecco nel dettagli l’elenco dei figli ed equiparati:

  • figli adottivi e affiliati del lavoratore deceduto;
  • figli del deceduto riconosciuti o giudizialmente dichiarati;
  • figli non riconoscibili dal deceduto per i quali questi era tenuto al mantenimento o agli alimenti in virtù di sentenza, nei casi previsti dall’articolo 279 del codice civile;
  • figli non riconoscibili dal deceduto che nella successione del genitore hanno ottenuto il riconoscimento del diritto all’assegno vitalizio, ai sensi degli articoli 580 e 594 del codice civile;
  • figli nati dal precedente matrimonio del coniuge del deceduto;
  • figli riconosciuti, o giudizialmente dichiarati, dal coniuge del deceduto;
  • minori regolarmente affidati dagli organi competenti a norme di legge;
  • nipoti minori, anche se non formalmente affidati, dei quali risulti provata la vivenza a carico degli ascendenti;
  • figli postumi, nati entro il 13° giorno dalla data di decesso del padre (in tale fattispecie la decorrenza della contitolarità è il primo giorno del mese successivo alla nascita del figlio postumo).

La Pensione di Reversibilità in assenza del coniuge o figli a chi spetta?

Nel caso in cui sia il coniuge o i figli siano ritenuti assenti o non ne abbiano diritto, può essere riconosciuta ai genitori dell’assicurato o pensionato, qualora questi siano a carico del lavoratore estinto, e abbiano compiuto il 65° anno di età, e soprattutto non siano legittimi titolari di pensione.

Tale diritto pensionistico può essere riconosciuto ai fratelli celibi e sorelle nubili, quando manca il coniuge, i figli o i genitori, sempre a carico del lavoratore estinto e non siano in possesso di pensione.

Resta da precisare che l’INPS considera a carico dell’estinto, il “superstite” qualora siano riconosciute le condizioni di non autosufficienza economica o di mantenimento abituale.

La Pensione di Reversibilità quando può essere richiesta e in che misura?

A partire dal 1° giorno del mese successivo a quello dell’avvenuto decesso del pensionato o assicurato. La pensione viene liquidata dall’INPS su quote prestabilite di seguito illustrate:

  • 60% per il coniuge senza figli;
  • 80% per il coniuge con un figlio;
  • 100% per il coniuge con due o più figli.

Come fare la domanda per richiedere l’assegno di reversibilità?

La domanda può essere fatta in due modi, attraverso il portale dedicato dell’INPS online, oppure avvalendosi degli Enti di patronato e intermediari dell’Istituto.

Concludendo quando si parla di “pensione”, trattiamo argomenti complessi per natura, è importante considerare tutti i diritti che ciascuno di noi dovrebbe conoscere, per assicurarsi una vecchiaia almeno dignitosa. Visto i continui cambiamenti normativi sul delicato tema della previdenza, vi consiglio di rivolgervi a un consulente esperto nel settore, per sfruttare appieno tutte le prestazioni che la legge prevede.

Fonte: INPS