Università e lavoro: ecco i più cercati dalle grandi aziende

Secondo i dati ISTAT relativi al 2011 le lauree con i migliori esiti occupazionali sono quelle relative ai corsi di studi per le professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche, seguite con livelli di occupazione superiori al 90%, dai corsi di ingegneria, (in maniera particolare meccanica, gestionale ed elettronica) e da quelli di architettura e ingegneria edile e delle scienze economico-aziendali, mentre i corsi dei gruppi geo-biologico e letterario si riscontrano tassi di disoccupazione superiori al 40%. Una chiave di lettura interessante per meglio comprendere questi dati la può dare l’indagine condotta da un noto giornale che, prima della pausa estiva, si è occupato di verificare i piani di assunzione di varie aziende operanti in settori diversi, al fine di verificare a distanza di tempo l’andamento delle assunzioni stesse.

Le aziende interessate nell’indagine spaziano in diversi settori da società di consulenze e servizi per imprese, a colossi nel settore alimentare, a grosse aziende che si occupano di elettronica. Dalla verifica finale emerge che nel settore delle consulenze e servizi per le imprese circa il 50% delle posizioni aperte è stato ricoperto da neolaureati e professionisti con esperienze pregressa. Le figure professionali più ricercate sono quelle dei laureati in ingegneria, economia, statistica, e discipline in ambito giuridico. Nell’industria alimentare è stato già ricoperto l’80% delle posizioni disponibili, ma ci sono ancora opportunità per giovani e meno giovani in molti settori: dalle risorse umane al marketing, passando per le divisioni finanziarie, tecniche e produttive. Nel settore elettronica, nonostante siano quasi esaurite le posizioni aperte a settembre, altre ne sono state aperte. L’azienda in particolare a trovato difficoltà nel trovare figure relative a ruoli altamente specializzati in ambito ingegneristico/elettrico.

Alla luce di quanto sopra scritto, si può verificare a distanza di tempo una certa rispondenza tra le figure ricercate dalle aziende e i dati ISTAT. Questo non vuole essere di scoraggiamento a chi decide di intraprendere studi di carattere ad esempio umanistico, ma vuole essere semplicemente uno spunto di riflessione sul fatto che, una volta laureati in alcuni corsi di studio, si potrebbe andare a lavorare in ambiti totalmente differenti al tipo di studi effettuati, e lontani da quello che la passione ci ha portati ad approfondire.