L’evasione fiscale in Italia vale circa il 30% del PIL (Prodotto Interno Lordo), ovvero la misura della ricchezza di un Paese. E a confermarlo sono i dati raccolti dalla Corte dei conti di Roma e dal Parlamento Europeo, che evidenziano un fenomeno ormai noto.
Ad ogni modo, seppur la situazione risulti certamente migliore nelle altre nazioni occidentali, i dati sono allarmanti anche in Spagna e Belgio, dove l’evasione vale il 22% del PIL, mentre in Germania (16%), Francia (15%) e Gran Bretagna (12%) si “evade di meno”.
La riforma del sistema sanzionatorio
Proprio in quest’ottica, il 26 giugno scorso, il Consiglio dei ministri ha approvato 5 decreti legislativi attuativi della Delega Fiscale (legge 11 marzo 2014, n. 23), tra cui quello sulla Riforma del sistema sanzionatorio penale e amministrativo che prevede nuove sanzioni penali ed amministrative per i trasgressori: alcune diventano meno pesanti, altre invece più severe.
Dichiarazione infedele
Ecco come cambiano le cose per chi presenta una dichiarazione dei redditi “infedele”:
- la soglia di punibilità sale da 50.000 euro a 150.000 euro di imposta evasa.
- il reato scatta anche quando l’imponibile evaso supera i 3 milioni di euro (precedentemente il limite era di 2 milioni) o comunque il 10% del totale dei ricavi. In questo caso, l’evasore rischia fino a 3 anni di carcere.
Frode fiscale
Le condotte fraudolente, per cui è prevista una pena che attualmente può raggiungere i 6 anni di reclusione, vengono classificate come:
- operazioni simulate oggettivamente o soggettivamente, oppure artifizi per ostacolare l’attività di accertamento;
- utilizzo di documenti falsi, fatture false o altri mezzi fraudolenti.
In questo caso, resta invariata la norma secondo cui sotto i 30.000 euro di imposta evasa il contribuente non incorre nel reato di frode fiscale. Viene, invece, rivista la soglia di punibilità in riferimento all’ammontare dei ricavi non dichiarati (in questo caso superiore a 1,5 milioni di euro, anziché un milione).
Mancato versamento dell’iva
Tra le novità introdotte dal decreto troviamo la soglia di punibilità pari a 250.000 euro per ciascun periodo di imposta. Al di sotto di tale soglia si applicano le sanzioni amministrative, calcolate in base ad un principio di proporzionalità.
Di conseguenza, in caso di omessa dichiarazione, la sanzione sarà proporzionale al ritardo nell’adempimento, mentre per le condotte fraudolente, il procedimento amministrativo verrà aumentato del 50%.