Affitto in nero: sicuri che conviene?

Tra le pratiche più usate per evadere il fisco, sicuramente trova un posto di rilievo quella degli affitti in nero. Pratica che consiste nell’affittare immobili senza contratti di affitto scritti e regolarmente registrati all’Agenzia delle Entrate, allo scopo di non dichiarare gli eventuali redditi prodotti dagli immobili affittati.

Ma siamo sicuri che il padrone di casa che affitti un immobile in nero possa dormire sonni tranquilli? Analizziamo la situazione ed evidenziamone i pro e i contro.

Sicuramente il vantaggio immediato per il padrone di casa è quello di eludere il fisco relativamente all’affitto percepito in nero, nel caso di un inquilino che paghi regolarmente e puntualmente.

E nel caso in cui l’inquilino decida di non pagare più?

In questo caso il proprietario, non potrà ricorrere alla procedura di sfratto, che per quanto lunga e onerosa è molto più rapida ed economica rispetto ad una causa ordinaria, ed ecco quindi il primo degli svantaggi sicuramente non trascurabile. Inoltre, è stata emessa di recente una sentenza del Tribunale di Verona che afferma in sintesi:

 «Il contratto di locazione ad uso abitativo stipulato in forma verbale è colpito da una nullità relativa prevista nell’esclusivo interesse del conduttore, una nullità che solo il conduttore può eccepire e azionare, richiedendo al giudice anche la restituzione di quanto semmai indebitamente versato.»

Cosa vuol dire in parole semplici?

Che l’inquilino può valersi di una specifica azione (prevista dalla legge sulla locazione a uso abitativo), che gli consente di ricondurre “a legalità” il rapporto di affitto “di fatto”. Cioè egli può rivolgersi al giudice e chiedere la trasformazione dell’affitto in un contratto regolare, con una durata e un canone previsto dalla legge. Un canone, che potrebbe essere di gran lunga inferiore a quello imposto dal padrone di casa, con restituzione di quanto già pagato al locatore.

Fonte: Sent. n. 1706 del 19.06.2015, Trib. Verona