Con l’espressione “fuga di cervelli” si indica l’emigrazione di persone di talento o alta specializzazione professionale verso Paesi stranieri.
Il fatto che giovani neolaureati e neo dottorati vadano a lavorare in università e centri di ricerca di altre nazioni è – potremmo dire – quasi fisiologico, poiché i grandi centri di ricerca attirano da sempre persone brillanti provenienti da tutto il mondo, fin dalla nascita delle università.
Il problema nasce, però, quando sono più gli studiosi che abbandonano un Paese, rispetto a quelli che vi ritornano o vi si trasferiscono! Questo è un fenomeno preoccupante perché rischia di rallentare il progresso culturale, tecnologico ed economico dei Paesi nei quali avviene la fuga, fino a rendere difficile lo stesso ricambio della classe docente.
Questo è proprio il caso dell’Italia, dove scarsi investimenti nella ricerca e nei settori scientifici in genere, una evidente mancanza di meritocrazia, e tutta una serie di politiche sbagliate o insufficienti, non fanno altro che incoraggiare, non solo chi abbia un cervello brillante, ma anche una persona di medie capacità intellettuali, ad abbandonare la nave che affonda e non farvi più ritorno.
A tentare di mettere una “pezza” a questa situazione ci pensa una norma, inserita all’ultimo momento nel decreto “internazionalizzazione”, approvato pochi giorni fa dal Consiglio dei Ministri. Tale norma prevede un bonus fiscale per favorire il rientro in Italia dei “cervelli in fuga”, tramite la detassazione pari al 30% del proprio reddito imponibile, prodotto prevalentemente sul territorio nazionale.
L’incentivo spetterà per cinque anni a partire dall’anno di imposta 2016, ed i requisiti per accedervi sono i seguenti:
- il contribuente non deve aver risieduto in Italia nel quinquennio precedente;
- il contribuente deve rivestire una qualifica “per la quale sia richiesta una alta specializzazione e il titolo di laurea”;
- il contribuente deve svolgere una attività lavorativa prevalentemente nel territorio italiano.
Fonte: Consiglio dei Ministri n.74/2015