Dopo le modifiche del Ministero del Lavoro, cambiano le regole di accesso al sostegno per l’inclusione attiva.
Il 2016 si è concluso con un record assoluto per l’Italia di quasi 4,6 milioni di persone in povertà assoluta. Segnale negativo per un Paese che stenta a ripartire dopo un grande periodo di crisi che ha coinvolto tutta l’Europa. Nello stesso anno lo Stato ha provato a contrastare tale povertà, introducendo il sostegno per l’inclusione attiva (SIA) che prevede l’erogazione di un sussidio economico per le famiglie che vivono un evidente disagio economico.
Indice
Cos’è il sostegno per l’inclusione attiva?
Si tratta di un sussidio, di massimo 400 euro, concesso alle famiglie più povere, nelle quali ci siano figli minorenni, disabili o donne in stato di gravidanza accertata. Viene rilasciata una carta di pagamento elettronica per permettere l’acquisto di beni di prima necessità. Inoltre entro 60 giorni dall’accreditamento del primo trimestre, i Comuni di residenza devono provvedere ad attivare un progetto personalizzato di aiuti per favorire l’occupazione dei soggetti coinvolti.
Saranno poi i comuni ad informare, inoltre, l’INPS sulle informazioni relative a tale progetto. Rispetto alla normativa SIA introdotta nel 2016, la nuova appena entrata in vigore (30 aprile 2017), ha apportato alcune modifiche. Vediamole insieme.
Quali sono i requisiti per richiedere il SIA?
Al momento della presentazione della domanda, il richiedente deve essere in possesso di determinati requisiti:
- essere cittadino italiano o comunitario, oppure familiari di diritto di soggiorno di lungo periodo;
- avere una residenza in Italia da almeno 2 anni;
- possedere un ISEE inferiore a 3 mila euro;
- nel nucleo familiare occorre che sia presente almeno un figlio minorenne o una persona disabile oppure una donna in stato di gravidanza accertata;
- nessun membro della famiglia deve essere intestatario di un autoveicolo immatricolato nei 12 mesi precedenti la richiesta, oppure detenere autoveicoli di cilindrata superiore a 1300 cc nei 3 anni precedenti;
- non godere di altri sussidi pubblici che siano superiori a 900 euro;
- non essere destinatari di assegni di disoccupazione, prestazioni di assicurazione sociale per l’impiego o altri ammortizzatori sociali.
Alla somma di tutti questi requisiti verrà attribuito un punteggio, è sufficiente avere almeno 25 punti (invece dei 45 della scorsa legge) per richiedere il sussidio. Inoltre, è previsto un aumento di 80 euro per le famiglie che sono composte da un solo genitore che ha figli minorenni.
Come presentare la domanda?
La richiesta va presentata da un componente del nucleo familiare al Comune di residenza. Il modello può essere ritirato sia al Comune che scaricabile dal sito dell’INPS; va allegata alla domanda un’attestazione ISEE valida.
I Comuni devono verificare la dichiarazione ed inviarla, entro 15 giorni, all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Verrà attribuito un punteggio che rappresenta l’indicatore di necessità e se uguale o superiore a 25 punti, si procederà all’erogazione del sussidio.
Il beneficiario riceverà da Poste Italiane una comunicazione contente il ritiro della Carta SIA con la somma accreditata. Le famiglie dovranno utilizzare il sussidio per l’acquisto di beni di prima necessità, mandare i propri figli a scuola ed i genitori dovranno impegnarsi a trovare un lavoro e a seguire il percorso personalizzato per uscire dalla situazione di povertà.
L’INPS tiene a specificare che le domande di chi si è visto respingere la richiesta di inclusione attiva prima di questa nuova legge, saranno rielaborate d’ufficio, senza la necessità, quindi, di una nuova domanda.
Approfondisci la Circolare n. 86 dell’INPS sul sostegno per l’inclusione attiva.