Pensione anticipata APE

Prevista per l’ 1 gennaio 2017 l’entrata in vigore l’Anticipo Pensionistico (APE). Ecco in cosa consiste e come funziona

Il termine APE non è altro che l’acronimo di Anticipo Pensionistico. Si tratta di una novità che potrebbe essere presto introdotta nella previdenza sociale. Il Governo ci sta ancora lavorando, non è ancora legge, ma sembrano già delineate quelle che sarebbero le principali novità.
L’APE, se dovesse entrare in vigore, darebbe ai lavoratori nati negli anni compresi tra il 1951 e il 1953 la possibilità di poter andare in pensione con tre anni di anticipo, ma con una riduzione dell’assegno. Vediamo di seguito che cosa cambierebbe.

Quando entrerà in vigore l’APE?

Secondo le informazioni di cui si ha al momento conoscenza, il Governo avrebbe intenzione di inserire l’APE all’interno della legge di stabilità 2017. Se ciò fosse confermato, la normativa entrerebbe in vigore presumibilmente a partire dal 1 gennaio 2017.

Chi potrebbe beneficiare dell’APE?

Come già accennato, sarebbero i lavoratori e le lavoratrici nati tra negli anni 1951, 1952 e 1953 a poter richiedere l’Anticipo Pensionistico, ai quali mancano 3 anni per raggiungere la pensione di vecchiaia. L’APE è rivolto ai disoccupati, ai lavoratori a rischio esubero e agli operai che svolgono mansioni particolarmente faticose e pesanti. Dovrebbero intendersi esclusi i lavoratori che non rientrano in queste tre categorie.
Non è ancora confermato se anche i lavoratori del pubblico impiego saranno tra i destinatari dell’APE. I lavoratori autonomi potrebbero restare esclusi.
Appare chiaro che l’Anticipo Pensionistico riguarda la sola pensione di vecchiaia, non anche quella di anzianità. Per poterne beneficiare occorre, dunque, avere gli ulteriori requisiti previsti per ottenere la pensione di vecchiaia.
Di conseguenza l’APE non sarebbe utilizzabile per anticipare la pensione di vecchiaia calcolata interamente su base contributiva (quella, cioè, che richiede 70 anni e 7 mesi di età, con 5 anni di contribuzione). Tutto questo perché – come vedremo di seguito – la penalizzazione riguarda solo la parte retributiva della pensione (che in questo caso manca) non anche quella contributiva.

La penalizzazione prevista dall’APE

Andare in pensione in anticipo comporta una penalizzazione sulla pensione che si andrà a percepire, diversificata in base al trattamento pensionistico previsto per ogni singolo lavoratore.
Il Governo avrebbe individuato la soglia di 1500 euro lordi mensili. Coloro che avranno maturato una pensione inferiore ai 1500 euro mensili dovrebbero subire una penalizzazione annua di circa il 2-3%. Chi maturerà un trattamento superiore a questa soglia subirebbe una decurazione compresa tra il 5 e l’8%.
Inoltre la penalizzazione dovrebbe essere applicata sulla sola quota di pensione calcolata col metodo retributivo, mentre quella contributiva (quella cioè basata sui contributi effettivamente versati) non dovrebbe subire alcun taglio.

APE e Legge Fornero

La normativa sull’APE non comporterà alcuna modifica della Legge Fornero. Coloro che avranno i requisiti potranno comunque beneficiare degli istituti del Salvacondotto e dell’Opzione donna, previsti da questa legge. L’APE andrà ad inserirsi in quelle categorie di lavoratori che ne sono stati esclusi.

Con che modalità avverrà l’Anticipo Pensionistico?

Non sono ancora definite le modalità con cui verrebbe attuato l’Anticipo Pensionistico. Di certo il funzionamento dell’APE si preannuncia piuttosto articolato.
Secondo quanto al momento ipotizzato, l’APE dovrebbe consistere nell’erogazione di un prestito pensionistico, che coinvolgerebbe l’Inps e gli istituti bancari e assicurativi.

Se ciò fosse confermato, potrebbe essere sollevata una questione. Un prestito, per sua natura, una volta estinto non dovrebbe più gravare sul patrimonio del benificiario. Quindi non si spiegherebbero le ragioni per le quali la penalizzazione, nel caso dell’APE, dovrebbe essere definitiva. Infatti la penalizzazione prevista potrebbe avere la funzione di estinguere le rate del prestito; una volta restituita somma, il pensionato dovrebbe percepire l’intero ammontare della pensione, senza più penalizzazioni. Ma non sembra essere così.

La somma verrebbe anticipata dalle banche o dalle assicurazioni, che stipulerebbero un mutuo con l’Inps. A erogare la prestazione sarebbe l’Ente previdenziale.
In definitiva l’APE sarà un nuovo strumento previdenziale aggiuntivo rispetto a quelli attualmente vigenti e lascia inalterata struttura della Legge Fornero. Permetterà ai lavoratori che ne abbiano i requisiti di andare in pensione con tre anni di anticipo, ma con una penalizzazione del trattamento pensionistico. Ancora il quadro normativo non è ben definito e restano ancora alcune questioni aperte, tra cui il carattere permanente della penalizzazione, che mal si concilierebbe con la natura di “prestito”, quale dovrebbe essere l’APE.