La prossima Legge di Stabilità si preannuncia ricca di colpi di scena in diverse direzioni, come fanno capire le varie ipotesi allo studio del Governo.
Dopo gli innumerevoli pasticci in tema di lavoro e, soprattutto, di previdenza, si sta cercando di accontentare l’ampia platea di contribuenti che vuole, a tutti i costi, andare in pensione; ciò senza però creare squilibri nella prossima manovra economica e finanziaria.
L’ipotesi più credibile di cui si parla in questi giorni è quella di consentire a chi vuole smettere di lavorare prima del termine fissato dalla normativa previdenziale attualmente in vigore, di abbandonare l’attività lavorativa subendo una decurtazione dell’assegno pensionistico. In altre parole, il Governo mostra più flessibilità nei confronti dei lavoratori, in cambio di un taglio alla loro futura pensione
Le domande che gli interessati al problema si pongono sono essenzialmente due:
- a quanto ammonta la riduzione dell’assegno pensionistico;
- a chi spetta tale possibilità di scelta della pensione anticipata.
Per quanto riguarda la riduzione dell’assegno pensionistico si vocifera di un taglio compreso tra il 2% ed il 3% per ciascuno degli anni che mancano al raggiungimento del traguardo previsto dalla legge. Il Governo vuole, infatti, “recuperare” tale percentuale per compensare i minori versamenti contributivi che mancheranno nelle casse dell’INPS da parte di coloro che lasceranno anticipatamente il lavoro.
Per quanto riguarda, invece, i possibili beneficiari della pensione anticipata, la discussione è più accesa ed ancora lontana dalla sua definizione. Si è tanto parlato di coloro i quali hanno un’età anagrafica compresa tra i 61 ed i 63 anni ed almeno 35 anni di contribuzione regolarmente versati.
Il dibattito è lungo e molto acceso in quanto il tema affrontato è delicatissimo. Bisognerebbe trovare una strada che porti beneficio ad entrambe le parti: prima di tutto, ai lavoratori che si trovano in cattive condizioni economiche e tali da non poter più trovare aiuto attraverso gli ammortizzatori sociali; dall’altro, ma questo è di più semplice risoluzione, alle casse del Governo, senza che un beneficio corrisponda ad un danno ad un altro settore merceologico o ad un’altra categoria di contribuenti.
Fonte: Previsioni Legge di Stabilità 2016