A rischio la privacy dei lavoratori a causa di Smartphone, pc e badge

Esiste da oltre 45 anni, una legge, il così detto ”statuto dei lavoratori” che regola tra le altre cose le norme sulla tutela della libertà e dignità del lavoratori, vietando tassativamente al datore di lavoro di usare impianti audiovisivi e qualsiasi altro tipo di apparecchiatura per controllare a distanza il comportamento dei propri dipendenti durante l’orario di lavoro e fissando dei paletti solidi per l’utilizzo d’impianti ed apparecchiature di controllo richiesti da esigenze aziendali o produttive, dalle quali però potrebbe esserci la possibilità da parte del datore di lavoro di controllare i propri dipendenti.

Tradotto in parole semplici significa che i controlli a distanza sono vietati, o permessi in una serie di casi limitati e sotto l’osservazione di precise regole.

Come spesso accade le leggi non vanno al passo con i tempi, e quando una tecnologia sempre più avanzata entra nel mondo del lavoro, la vecchia legge non dà più garanzia di efficacia. E questo è quanto sta accadendo a seguito della riforma apportata dal decreto attuativo del Jobs Act che dà via libera a smartphone, pc, badge e altri dispositivi elettronici aziendali, in grado di rilevare e trasmettere i dati dei dipendenti che li utilizzano. Questi dispositivi però, sono considerati “attrezzi di lavoro”, e come tali non sono sottoposti alla stessa disciplina degli strumenti di controllo.

In una nota, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, chiarisce che l’uso dei dati rilevati da tali strumenti può avvenire solo a determinate condizioni e circostanze, che deve essere assicurato il rispetto del Codice della Privacy, e che il datore di lavoro potrà utilizzare i dati dei dipendenti (rilevati tramite gli strumenti elettronici) solo per ragioni inerenti il rapporto di lavoro e soltanto qualora abbia preventivamente informato gli stessi sulla presenza dei dispositivi di controllo e sulle loro modalità di utilizzo.

Basterà una nota del Ministero a difendere la libertà e la dignità dei lavoratori?

Fonte: Decreto Jobs Act sulle semplificazioni