Se pensavate che passare le feste comandate come il Natale, l’Epifania o la Festa dei lavoratori a casa fosse impossibile, bene, mettetevi comodi perché una recente sentenza della Cassazione vi permette di farlo.
Secondo quanto disposto, il datore di lavoro non può obbligare i suoi dipendenti a lavorare durante le feste cosiddette “rosse”, celebrative di ricorrenze religiose o civili, se queste sono infrasettimanali, che, per la loro particolare importanza, non seguono la stessa logica dei riposi domenicali.
Le ricorrenze civili o religiose non possono essere considerate dal datore di lavoro giorni lavorativi “obbligati” e di conseguenza, nel caso in cui vi rifiutate di recarvi a lavoro, non può intraprendere un’azione disciplinare nei vostri confronti.
La Suprema Corte ha stabilito, secondo quanto accaduto ad una lavoratrice di un’azienda che era stata multata per non essersi presentata a lavoro il 6 gennaio, che il lavoratore è titolare di un diritto soggettivo che gli consente di scegliere se recarsi a lavoro o meno, senza subire alcuna multa, come è accaduto alla lavoratrice di cui sopra.
Solo nel caso in cui vi sia un accordo individuale tra le parti, quindi tra il lavoratore e l’azienda (è nulla anche la sola volontà del lavoratore), la norma può essere non applicata, mentre in tutti gli altri casi, come ad esempio delle particolari esigenze dell’azienda che richiedono la presenza dei dipendenti, è un diritto inoppugnabile quello di rifiutarsi.
Info: Corte di Cassazione Sentenza 16592/2015