Le modifiche del Jobs Act ai Co.Co.Co e Co.Co.Pro

Da più di un decennio le riforme del mercato del lavoro si sono incentrate sulla ricerca di forme alternative di contrattazione da destinare a quei soggetti che non siano inquadrati tra i lavoratori dipendenti in senso stretto, oppure tra i titolari di partita IVA o tra le prestazioni occasionali. Dopo l’introduzione delle collaborazioni coordinate e continuative (co.co.co), la riforma Biagi del 2003 ha introdotto le collaborazioni a progetto (co.co.pro) ovvero il collegamento della prestazione alla realizzazione di una specifica fase del lavoro o di un progetto all’interno dell’azienda.

La legge Fornero del 2012 aveva definitivamente accantonato le co.co.co a favore delle co.co.pro, prevedendone nuovi requisiti tra i quali:

  1. un progetto ben definito nella sua globalità con l’indicazione dell’obiettivo finale;
  2. l’autonomia del collaboratore sia nei tempi sia nelle modalità di realizzazione del progetto;
  3. la durata determinabile del progetto, senza indicazione dei tempi di esecuzione;
  4. il coordinamento col committente senza l’instaurazione di un rapporto di subordinazione;
  5. i criteri di determinazione del corrispettivo.

Legge delega del Jobs Act

Il Governo Renzi mira ad un ridimensionamento della figura delle collaborazioni e con la legge delega del Jobs Act ha stabilito che dal 1° gennaio 2016 ogni forma di collaborazione sarà automaticamente trasformata in un contratto subordinato a tempo indeterminato; nell’anno in corso continueranno i contratti esistenti senza possibilità di stipularne di nuovi.

Le eccezioni

A questa regola generale sono, però, applicate delle eccezioni:

  • le collaborazioni a progetto potranno continuare anche dopo il 2015, se previsti dai contratti collettivi;
  • non esiste una presunzione di subordinazione per i professionisti iscritti in albi, ruoli od elenchi, per gli organi amministrativi e di controllo delle società e per i collaboratori delle associazioni sportive;
  • anche le co.co.co potranno continuare se sarà tutelata l’autonomia della collaborazione nei confronti del committente.

Al di là delle previsioni normative l’indirizzo principale del Governo attuale é quello di scoraggiare le collaborazioni a vantaggio del lavoro dipendente, come dimostrato dagli innumerevoli aiuti fiscali e non a favore delle imprese per i nuovi assunti.

Fonte: Jobs Act