L’Italia sta diventando un paese “vecchio”, grazie ad un tasso di nascita vicino allo zero ed un allungamento della vita media (complice anche un miglioramento della qualità della vita degli anziani che spesso possono contare su cure mediche adeguate e sull’assistenza di persone che si affiancano alla famiglia nel sostenerle).
Non sempre i figli, impegnati con il lavoro e presi dalla loro vita quotidiana, possono occuparsi dei loro genitori, così come i nipoti che non sempre, ed in tutti i casi possono garantire un’assistenza adeguata agli amati nonni. Diventa, quindi, necessario ed essenziale chiamare una badante che si prenderà cura degli anziani.
Nei casi più gravi (malattie o immobilità) possono anche condividere la casa con gli anziani per assisterli al meglio in ogni ora del giorno e della notte, mentre in altre circostanze se ne prendono cura soltanto per alcune ore al giorno, liberandoli dei compiti più gravosi e pericolosi dal punto di vista fisico ed in fatto di sicurezza, pensiamo ad esempio ai rischi che si corrono nel cucinare.
Fare la badante (o il badante), è un lavoro a tutti gli effetti, andiamo dunque a vedere quali sono le principali novità introdotte a tal proposito dal Jobs Act che è andato a ritoccare in modo diverso le tipologie contrattuali tramite le quali è possibile assumere una colf o una badante:
- innalzamento da 5.000 a 7.000 euro del limite annuale (considerando la totalità dei committenti) dei compensi per i lavoratori domestici che possono essere assunti e retribuiti tramite i così detti voucher;
- abrogazione del Job sharing, ovvero quel contratto atipico con il quale due o più lavoratori risultavano obbligati in solido in un’unica prestazione lavorativa. La poca elasticità di questa tipologia contrattuale, ne aveva comunque fortemente limitato l’utilizzo per gli anni in cui è rimasta in vigore.
Fonte: Jobs Act