Soglia di esenzione IRPEF per il lavoro dipendente: qual è il limite?

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Tutto quello che bisogna sapere per rimanere al di sotto della soglia della no tax area per il lavoro dipendente

La normativa fiscale italiana prevede una soglia di esenzione diversa per ciascuna categoria di contribuenti. Se, da un lato, la Legge di Stabilità ha innalzato la soglia di esenzione sia per i pensionati sotto i 75 anni sia per quelli con più di tale età anagrafica, per i lavoratori dipendenti ed i lavoratori autonomi restano in vigore i limiti già noti.
Ricordiamo, innanzitutto, che la soglia di esenzione (no tax area) è un valore di reddito al di sotto del quale la persona è esente da imposizione fiscale. Dal 2007 con la Legge Finanziaria è stato reintrodotto il meccanismo delle detrazioni d’imposta cioè degli importi che vanno a diminuire direttamente l’IRPEF dovuta e non più il reddito complessivo. Come detto per i lavoratori dipendenti e assimilati e per i lavoratori autonomi i calcoli sono diversi, perché diverse sono le detrazioni d’imposta spettanti.
Prendiamo il caso dei lavoratori dipendenti e assimilati la cui situazione si può riassumere con la tabella sottostante:

Reddito complessivo

Importo della detrazione

Non superiore a 8.000 euro

1.880

Compreso tra 8.000 euro e 28.000 euro

978 + [902 x ((28.000 – reddito complessivo) / 20.000)] x (giorni di lavoro / 365)

Compreso tra 28.000 euro e 55.000 euro

978 x [(55.000 – reddito complessivo) / 27.000] x (giorni di lavoro / 365)

Oltre 55.000 euro

0

È opportuno chiarire che:

  • il reddito complessivo si considera al netto della deduzione per l’abitazione principale e le sue pertinenze, mentre comprende, ove presente, il reddito da fabbricati soggetto a cedolare secca;
  • l’ammontare della detrazione fiscale effettivamente spettante non può essere inferiore ad euro 690 per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato e ad euro 1.380 per i rapporti di lavoro a tempo determinato. Tali detrazioni non sono cumulabili tra loro.

Fatta questa premessa si comprende come la soglia di esenzione derivante da lavoro dipendente sia di poco superiore ad 8.000 euro e come essa sia facilmente superabile, anche con un contratto a tempo parziale del 50%. In ogni caso, ai fini del superamento del limite, è necessario valutare sia il livello sia il contratto collettivo nazionale di riferimento.
Ma cosa succede se viene superata o meno la soglia di esenzione, e soprattutto qual è l’importo di reddito che è conveniente avere per sfruttare al massimo i vantaggi della no tax area?
Bisogna subito precisare che possono verificarsi diverse situazioni e non sempre il superamento della soglia reddituale è totalmente negativo per il dipendente. Infatti, ad esempio, se dal contratto di lavoro, detratti i contributi previdenziali, ne deriva un reddito annuo di circa 9.300 euro, quindi per il quale viene superata la soglia di esenzione di 8.145,32 euro, ma non quella dei 24.000 euro annui, accade che il lavoratore non solo non pagherà ugualmente alcuna imposta ma riceverà anche il credito d’imposta di 960 euro annui ovvero il famoso bonus 80 euro Renzi.

Di contro, con uno stipendio di 600 euro mensili e un reddito annuo, detratti gli oneri previdenziali, di poco più di 7.500 euro e quindi sotto la soglia di esenzione, il lavoratore non avrà in busta paga il bonus Renzi sotto forma di credito d’imposta.
È evidente che superare di poco la soglia di 8.145,32 euro rappresenta il massimo vantaggio possibile perché fa sì che il lavoratore non pagherebbe alcuna imposta e riceverebbe ugualmente il bonus di 80 euro per ciascuna mensilità.

Tutti questi calcoli sono ovviamente troppo semplicistici e non tengono conto delle addizionali IRPEF, regionale e comunale che vengono anch’esse trattenute in busta paga; essi servono solo a far comprendere il meccanismo dell’esenzione in generale e valutare caso per caso prima di firmare un contratto di lavoro.

Info: Testo Unico Imposte sui Redditi – CCNL

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